Ieri sabato siamo stati alla ceverna del Sieson (o dello Sciason), anche detta Abisso Marcel Loubens. Già, perchè qualcuno ancora non lo sa che il Sieson porta ANCHE il nome di uno dei nostri nonni più ricordati cioè Marcel Loubens, speleologo francese morto in esplorazione il 14 agosto 1952 alla Pierre S.Martin.

La giornata era incredibile, 40 cm. di neve fresca al 25 maggio lasciavano intravedere una estate speleo mooolto lontana a venire. La foto parla chiaro!
Lo scavo del nostro amato meandro è stato fruttuoso, perchè finalmente, dopo tre mesi di lavori, siamo passati oltre al vecchio limite esplorativo. Ora la prosecuzione presenta come sempre un soffitto percorso da un magnifico canale di volta a semibotte e i fianchi del meandro si allargano considerevolmente con larghezza tra il metro e il metro e mezzo, permettendo all’aria (sempre più presente) di soffiare veloce verso la profondità. Gli sforzi però non sono finiti perchè il meandro è ingombro dei soliti sassoni che bisogna spaccare e spostare, dunque lavoro ce n’è ancora per tutti, belli e brutti. Stavolta avevamo anche l’anguilla cioè Franchigna che con il casco in mano è riuscito ad avanzare circa dieci metri, per poterci confermare che il percorso è sempre più promettente, l’aria sempre più forte (e fredda) e gli sforzi fin qui portati (e le botte in testa fin qui prese)non sono stati vani. Stavolta eravamo gianki/splash the president/piergalattico/franchigna/Mirko sapientino … che forse ha portato fortuna, no? L’avventura continua, non molleremo l’osso, appuntamento prossimo giovedì 30 pomeriggio per riprendere la lotta con l’alpe (che è meglio del lavoro).

“Io sogno il vento che cambia e suona sulle mie piume, i miei fratelli e le mie sorelle intorno a me, che raccontano le loro storie in silenzio e condividono il loro spirito con il cielo” Neil Percival Young