Venerdì sera Maurizio mi conferma la sua adesione e così siamo in quattro Angela Silvia Maurizio e il sottoscritto andremo a caccia di Androidi in quel di Fiara.
Partiamo puntuali, saluto Stefania che passerà una giornata in montagna e carico armi e bagagli delle due Miss.
Ci provano da subito a mettermi in difficoltà sedendosi tutte e due nel sedile posteriore e così invece di liquefarle con la mia pistola anti alieni le invito almeno una a sedersi davanti a farmi compagnia.

Arrivati a Gallio solito rifornimento e caffè e poi a destinazione parcheggio vicino alla pozza.
Apro lo zaino per mettere i miei super scarponi da combattimento ma gira e rigira ne esce solo uno.
Mauri porcando in silenzio si offre di prestarmi una scarpa mentre io vorrei tornare a casa a prendere l’altro scarpone.
Metto una scarpa e un scarpone e pur sentendomi un pò strano carico tutto e ci incamminiamo verso la grotta.
La passeggiata mi serve a prendere confidenzacon le calzature bipolari e infine ci intrufoliamo.
Angela viene avanti con me ed abbiamo il compito di andare in fondo per rivedere quello che abbiamo intravisto frettolosamente l’ultima volta, mentre Silvia con Maurizio ci seguono per andare avanti con il rilievo.
Nell’affrontare il Meandro però Silvia vede troppo vuoto sotto di sè e troppe poche corde e così decide di far compagnia a Stefania accompagnata fuori da Mauri che dopo una decina di minuti ci raggiunge.
Metto giù una corda che avevamo recuperato e lasciato sul posto, qui il meandro è maestoso e non può finire così.
metto nel sacco trapano anche il piede di porco Titanic e mi incammino verso il fondo.
Angela neofita rilevista non capisce molto il linguaggio tecinico ma mi sembra che non si perda d’animo anzi riesce a star dietro ai due vecchietti….scivolo e lo scarpone manca di aderenza così mi carteggio lo stinco dx…porc.
Insomma mi fiondo in fondo ma nonostante le mie aspettative la frana è molto compatta e dove non ci sono sassi c’è terra……arrivano anche i due rilevatori e ci proviamo in tre ma non si passa.
L’ aria in realtà c’è e si infila verso il fondo del meandro ma per arrivarci c’è almeno un metro e mezzo da disostruire su due pareti molto compatte di calcare.
Arretriamo lungo il meandro e decidiamo che il punto migliore per portarci in alto sia proprio dove abbiamo fatto l’ultima calata.
Con la corda recuperata dal basso Mauri si crea una specie di staffa che infila in una enorme clessidra di roccia,,,,,prova tiene.
Memorizzate la situazione, Angela dietro di me con una matassa di corda in mano, io seduto vicino al coniglio dove tra i due rami metto il mio moschettone di rinvio, Maurizio che passa il capo della corda dentro la clessidra ( l’ orecchio di Dionisio) e che poi si aggancia la stessa sul ventrale.
A questo punto mi dice secondo me si può passare di là ho bisogno solo di una sicura psicologica.
Mezzo barcaiolo sul mochettone di rinvio e mentre io do corda a Mauri Angela da corda a me e di confidenza in confidenza riesce a portarsi sopra la frana 20 metri più avanti.
Sono sul soffitto del meandro ma qui non si passa adesso torno….recupera….Angela adesso torna recupera…ok.
Passo lento e sicuro con qualche brivido, silenzio e solo il rumore dello scorrere della corda…..adesso viene il punto più delicato e io tendo la corda….fatta ed è tra noi.
Angela ha un baleno negli occhi….ok emozione passata…..loro due arretrano fino al bivacco ( una bella marmittona con sabbia sul fondo).
I due si mangiano le merendine del mio kit da sopravvivenza ma me ne lasciano qualcuna in omaggio.
Decidiamo che questa strada non ci porterà nella tana degli Androidi e quindi mentre loro portano su qualche metro di corda il titanic e altre cianfrusaglie io pianpiano disarmo.
Risaliamo con calma senza fretta anche perchè la ferramenta pesa, la corda recuperata pesa, la scarpa scivola, lo scarpone fa di tutto per tenermi ancorato in opposizione…..son proprio nane….ma se non hai cura delle tue cose è giusto che se prenda cura qualcun altro ( cit. Angela) ….grazie Mauri.
Sciolgo nodi, recupero ancoraggi e in pratica mi srotolo una cinquantina di metri di meandro in solitaria, adesso ne ho abbastanza, lascio la corda recupoerata in un posto comodo dove in 10 minuti ci si arriva ma ci vuole un sacco.
Mi alzo sin dove è arrivato Filippo e i ricordi fuggono nel tempo e negli spazi dove ha trovato altri Androidi da cacciare ma presto torna vero Nadia??
Entro nella strettoia orizzontale sotto al sasso ma mi incastro perchè non ho sganciato il saccotrapano e il candalporco del beauty porta ancoraggi..
Sono a testa in giù e sto perdendo millimetri verso il basso ma non riesco a muovermi…la gravità mi porta ad incastrarmi verso lo stretto…il cuore batte a mille….calma è solo una dannata trappola degli Androidi ma riuscirò a venirne fuori.
guadagno terreno verso l’alto e le gambe si vogliono infilare nel vuoto dietro…e se mi incastro?? tiro una gambata per stare su ma scivolo e mi tatuo anche l’altro stinco….ma va in mona…esco attacco sacco e beauty alla corda li lancio in avanti e senza difficoltà passo, scendo e raggiungo gli altri due.
Sono sul terrazzino di attacco del meandro superiore qui bisogna armare per fare in sicurezza quello che i primi esploratori hanno fatto in libera ma non oggi.
Siamo fuori dove troviamo Stefania e Silvia e pian piano ci incamminiamo verso la macchina.
La direzione della grotta corre tutta sul fianco del monte e quindi andremo a vederci anche le opere di trinceramento notevoli che magari hanno intercettato qualche altro buco.
Passiamo da Gil per bere e per un saluto e ci dice che poco prima se ne era andato Gianky che si sta preparando spiritualmente per l’Himalaya. Gli Androidi per ora hanno vinto ma sono macchine intelligenti ma sempre macchine e prima o poi scopriremoil loro covo.
Il Cacciatore di Androidi è il titolo del libro da cui è stato tratto Blade Runner.
Sulla via del ritorno tento di parlare con le due Miss ma sarà l’età o la stanchezza generale i dialoghi sono a singhiozzo e quindi desisto….scarico armi e bagagli vicino ad una micro machine saluto e me ne vado a presto
Claudio