Resoconto uscita 14 Maggio 2022

 

Metti che arrivi in Altopiano e ti rendi conto che tutta la neve che c’era sulla strada fino alla settimana scorsa finalmente si è sciolta.

Metti che al posto della neve trovi uno strato di grandine di 10 cm che copre tutto il bosco.

Metti che hai guardato il meteo e danno temporali sparsi nel pomeriggio in zona Gallio.

Con queste premesse entri o non entri in grotta?

Ecco. Noi siamo entrati. Al Blade Runner, ovviamente.

Il noi è composto da Ade, Miguel, Frank e la sottoscritta.

Ma andiamo per obiettivi.

Obiettivo 1
Squanfida hai la corda d’ingresso?” Me lo scrive Ade alle 7 meno un quarto della mattina. Sempre la stessa storia. Ce l’ho io! Primo obiettivo raggiunto!

Imprevisto n.1

Simone oggi deve lavorare e non c’è. Fluo Lillone, che ha organizzato la punta, all’ultimo non viene per impegni di famiglia. Per solidarietà prendiamo un panino a testa anche per loro.

PREPARATIVI BLADE

Obiettivo 2

Doppiare la corda sul Gran Pampel.
In sede non sono pervenute corde da 70 m purtroppo. Obiettivo 2 non raggiunto.

Obiettivo 3

Sistemare un armo dello Psycho.

Basta prendere l’attacco e spostarlo in basso di mezzo metro, così la corda non gratta più. Qui ci giochiamo prontamente lo scambio di obiettivo! Il 3 diventa obiettivo 6 perché lo facciamo al ritorno.

Imprevisto n.2

Scendendo ci accorgiamo che c’è un lamone sospeso a metà dello Psycho, grande quanto un tavolino da caffè: Frank dice che se ti viene addosso puoi solo sperare di fare come Willy il Coyote e camminarci intorno in caduta. Soprannome del lamone??? Blade runner (dai, era facile). Ci saltiamo sopra, tentiamo di staccarlo ma niente da fare, non cede. Ci giochiamo il secondo “scambio obiettivo” e ci riproveremo al ritorno, tanto non cade…

Obiettivo 4

Togliere di mezzo uno sperone di roccia, così da allargare di un bel po’ la piazzola dello Psycho Motel.

Finalmente al campo a -500! Ci diamo subito da fare per polverizzare la bestia, pensando sia un gioco da ragazzi. Invece gli facciamo solo le carezze, sembra sia il calcare (o dolomia?) più duro dell’universo. Ci accaniamo anche con il bastone Mazinga (un piede di porco in nervato da 20 lungo un metro che pesa come Buba, il cinghiale di Fluo), ma niente. Servirà molta più grinta per distruggerlo, la prossima volta. In più non abbiamo mazza e punta, che sono rimaste da qualche parte sul fondo del fondo o sul fondo del pozzo del presidente. Con le lame che stacchiamo dalle pareti sistemiamo il pavimento della reggia, con le pietre staccate dalla bestia tappiamo le piccole buche.

Per oggi obiettivo raggiunto solo in parte.

Obiettivo 5

Preparare la struttura portante dello Pshyco Motel.

Frank ha preparato tutto: cavetti in acciaio, tiranti, morsetti, occhielli, pinze, scotch, fascette da elettricista, filo in nylon (tipo 50 m), fix e perfino un metro riavvolgibile. Tutti insieme ci diamo da fare per eseguire gli ordini di Frank che ha in testa un progetto galattico, mentre a turno Ade e Miguel preparano il te caldo. Installiamo i due tiranti principali, prepariamo le calate con il filo di nylon e sistemiamo tutto, al meglio delle nostre possibilità. Abbiamo portato giù anche 4 dormiben e il telo di nylon che chiuderà la struttura. Frank ci dice che il nylon sarà nero all’esterno per mimetizzarsi con il buio, bianco all’interno per riflettere la luce delle tikke. Già ci immaginiamo un posto comodo e caldo, ma intanto abbiamo un freddo becco e stiamo esaurendo le forze e le batterie del trapano. Valutiamo il fatto che se non riusciamo a frantumare lo sperone di roccia, ci sarà posto per 2, massimo 3 materassini. Bisognerà prenotare il letto per tempo, insomma.

Obiettivo raggiunto solo in parte, perché prima bisogna completare l’obiettivo 4.
Decidiamo di comune accordo che l’obbiettivo 3 (diventato obiettivo 6) non si farà perché le batterie del trapano sono scariche: peccato!

GRANDINE AL PARCHEGGIO DEL BLADE

Momento Spiegone

La saletta in cui si trova lo Psycho Motel è a pianta rettangolare (sarà un 4 x 10 m) e si trova scendendo una calatina di circa 7-8 m sotto il pozzo Psycho.

Il bivacco si trova lungo un lato corto del rettangolo. Sul lato corto opposto, a sinistra, vicino alla calatina di 7-8 m, si trova una cascatella che convoglia tutta l’acqua dello Psycho in un meandro posto sulla destra, verso i pozzi sul fondo.
Il pavimento è in pendenza e il bivacco si trova nel punto più in alto (c’è un dislivello di circa 1m).

Imprevisto n.3

Verso le tre del pomeriggio la portata d’acqua della cascata inizia ad aumentare. Aumenta tanto da formare un bel torrentello alla base della saletta e tanto da dover alzare la voce per parlarci. Più ti avvicini alla cascatella (ora cascata), più il vento ti spettina e ti lavi.
No buono!!!

Di fatto scendendo avevamo trovato la grotta un po’ più gocciolante del solito, ma con un regime tutto sommato accettabile. Ti lavavi un po’ in tre punti: fondo dello Psycho, traverso in fondo al Gran Pampel, fondo del salone W Giannetti.
Fintamente incuranti del fatto, abbiamo voluto lavorare fino alle 17.

Scuse accampate: i temporali passano in fretta, il Blade non è mai andato in piena. Cosa vuoi che sia un po’ di acqua, vedi che la portata è già diminuita?

Il Rientro

Frank parte per risalire e lo seguo. Dietro di me Ade e Miguel.

Ci facciamo la prima doccia solo ad attraversare il fondo dello Psycho per andare a prendere la corda. Non c’è scampo e il vento ti tormenta. Non ho mai sentito un vento così forte in un pozzo così grande. C’è acqua ovunque. Decidiamo di comune accordo che il lamone lo toglieremo un’altra volta. Intanto Frank porta Mazinga in testa al pozzo.

Tregua in testa all’Obsession. Tutto si calma e finalmente c’è silenzio. L’acqua si sente solo in lontananza. Risaliamo veloci il Park side, poi il Gradisca. Ade e Miguel si offrono di andare a vedere se mazza e punta sono al pozzo del presidente, tanto c’è il Gran Pampel che rallenta tutto.
Mi sento quasi asciutta. Dico a Frank di darmi il libera un po’ prima di arrivare in testa al tiro lungo sul Gran Pampel (sono 55 m). Appena mi affaccio sul traverso iniziale mi spavento. E’ in piena come mai l’avevo visto. Hai presente quando finisci di farti una bella doccia calda, ti metti l’accappatoio e sul più bello prendi dentro il miscelatore e si apre l’acqua fredda e ti impregna l’accappatoio? Ecco…immagina quella sensazione lì moltiplicata al cubo.

Sto ad aspettare un altro quarto d’ora alla base del pozzo, sotto l’acqua che mi schizza sul casco, mi si infila giù per la schiena e scende direttamente negli scarponi. Stringo i denti per non batterli dal freddo.
In dialetto si direbbe acqua a grandissime sece roverse!

Neanche questo pozzo nebulizza per fortuna. Fino a 15 m dal frazio sei completamente sotto l’acqua. Mi fermo ad osservare, tanto ormai sono zuppa. Tutte le pareti del pozzo sono bagnate d’acqua. La cascata che arriva da sopra si schianta fino alla parete opposta (e saranno 15-20 m di larghezza); un altro lato del pozzo, che ho sempre visto asciutto, è completamente pervaso da un velo d’acqua; da un altro punto in alto (che non riesco ad illuminare), scende un’altra cascata.

Un bel rolling stone grande quanto una angurietta mi passa di fianco, cozzando più volte sulle pareti; è stato trasportato dall’acqua. Sono stata graziata.

Anche il Salone W Giannetti è un colabrodo; scorgo anche un nuovo arrivo d’acqua nella strettoia.

Le nostre schiene urlano e la sciatica stride…
Alle 21,30 siamo tutti fuori. Ci dividiamo i panini di Simone e Fluo e ci beviamo una birretta.

Frank mette la musica a bomba. Sisters dei Saint Motel è diventata ufficialmente la canzone del Blade. Balliamo per riprendere calore e sono felice, senza mutande di ricambio ma felice. Anche questa volta ci è andata bene, nonostante gli obiettivi non raggiunti e gli imprevisti.

… e comunque abbiamo pensato tutti che Frank l’umido abbia voluto fare vita umida anche oggi…