Quando le speleo giornate partono così, mi viene voglia di farmi un giro in centro ad Asiago e guardare le vetrine.
Sarà il caldo, sarà che mi dimentico tutto, sarà che ci troviamo a far colazione in due bar diversi (sai, il bar in piazza, vicino al casolin e alla chiesa, quello tutto di legno …), sarà che poi, giustamente, ci sono anche i panini da comprare e la mattina parte lenta …
Ma noi, stoici e soprattutto consapevoli della nostra età, riusciamo comunque a prepararci ed entrare come da programma per le 10.30


Lo schema di oggi è questo: due squadre da due.
Squadra maschi martellatori e squadra femmine di profondità.
Obiettivo maschi: allargare i passaggi in frana tra la Sala del te e Il Salone WGiannetti
Obiettivo femmine: Scendere più pozzi possibili con più corde possibili. La Ade si tira giù il sacco con la corda da 100 m nuova di zecca, io mi trascino il sacco trapano/attacchi/panini.

Sudando come due facocere riusciamo ad arrivare al Salone, lei splendida ma incazzata con il suo sacco, io rovinata ma ancora amica del mio sacco.
E poi giù veloci per l’infilata di pozzoni: Gran Pampel, Gradisca, ParkSide.
Ci diamo giusto il tempo di mangiare mezzo panino per ripigliarci che arriva subito il momento di armare. E stavolta tocca a me. Vabbè, mi dico e mi faccio coraggio.
Il mio maritino Simone mi ha insegnato che se ti attacchi tutto bene addosso secondo la sequenza d’armo, poi vai veloce. Lo ascolto, anche se in quel momento me lo sta dicendo telepaticamente dall’Arabia. Come vorrei che fosse qui con me!
“Miky ci sei?” la voce della Smarsa interrompe il mio torpore e con un bel respiro comincio.
Completo il traverso fatto da lei e Miguel la volta precedente e poi con la famosa tecnica da contorsionista slogato (no snodato!) riesco a fare il primo foro.
N.B. il trapano del LDL è leggero e costa poco ma ha un battente della pippa 😉
Doppio l’armo e con varie peripezie incalzata dalla Ade, scendo.
Back in Black cantavano gli AC/DC e mi sembra che il nero mi inghiotta. Scendo dritta come un fuso, nel vuoto, per una cinquantina di metri (forse di più).
E’ imponente, tipo 25 x 15 e ha una forma più o meno ovale.
Tocco terra con un sospirone mentre la Ade da sopra ha già deciso che il nome del pozzo sarà Obsession e continua a ripeterlo (il perché sono fatti nostri e nessuno mai lo saprà).
La aspetto giù, senza guardarmi intorno. Mi ha dato il privilegio di scendere per prima ed è giusto aspettarla, per andare avanti insieme.
Arriva giù felicissima, di quelle felicità che ti fanno scoppiare il cuore e mi abbraccia e mi stritola il collo gridandomi Obsession nelle orecchie. E mi commuovo.
Abbiamo sicuramente superato il fondo dello Spiller, che dagli anni ’80 (o ’70?) è l’abisso del GGT… ci sono voluti anni e anni per trovare un’altra grotta altrettanto importante.
Si dice che le grotte si svelano a chi ha la capacità di ascoltarle; Ade e Miguel hanno questa capacità e hanno l’energia giusta in questo momento, per aprire queste soglie e queste connessioni.
Sul fondo notiamo che l’acqua scorre su una parete e si infogna giù per una frana. Dalla parte opposta si aprono un primo sfondamento e un passaggio basso, pieno di aria e sassi, un ballatoio franoso che si affaccia verso un altro mega pozzo. Più o meno con lo stesso diametro del precedente, ma forse più profondo di una ventina di metri. Mega figata! Si chiamerà Psyco, in onore di questa giornata!!!
Veloci come le seppie facciamo un armo doppio a soffitto e poi mi butto fuori nel vuoto per armare un altro doppio.
Poi va avanti Ade, che scende per una decina di metri su una cengia e fa un altro doppio faticosissimo, dato che ha dovuto trovare la roccia buona.
Fine del tempo, fine delle corde, fine delle mie braccia.
Rientriamo e alla base del Gradisca becchiamo Fabio che è sceso per vedere la grotta.
Ade si offre di accompagnarlo sul fondo, mentre io li saluto ed esco (ho sempre i tempi ciucciati). Già che ci sono portano giù la 45 m e altri attacchi, che serviranno per continuare l’esplorazione.
Fabio è entusiasta, ci racconta che a monte hanno fatto un lavoro sopraffino di disostruzione (anche meglio della Pedemontana) e che Miguel sta ancora lavorando appena dopo il Salone WGiannetti.
Incontro Miguel al mio ritorno, che mi accoglie con un bel sorriso in mezzo a punte, batterie, sassi e sacchi vari. La zona è un vero e proprio cantiere.
Constato che Fabio aveva proprio ragione: hanno fatto un lavoro certosino e l’ampliamento viadotti è riuscito alla grande. 
Ora si sguscia via che è un piacere! Il tempo di scorrimento Salone WGiannetti -Sala del Te, adesso è praticamente dimezzato. Grandissimi!
Lo ringrazio ed esco veloce che sono in mega ritardo.
Fuori mi aspetta il sole, il silenzio e il verde. E’ una di quelle giornate che ricorderò per la vita, di quelle che le scrivi nel calendario, di quelle che ringrazi anche i sassi per averti fatto incontrare degli amici così, che ti danno queste opportunità.
Il giorno dopo sono una specie di ameba, ho male dappertutto, l’adrenalina è calata e mi sento la stanchezza dentro; penso a loro, che hanno la voglia e il coraggio di tirarsi di nuovo là in fondo anche oggi.
Ci troviamo per cena e mi raccontano che la sera prima hanno fatto gran festone anche con Diego, Katia e  i Pellicci (Giada + Pelliccia).
Domenica i Pellicci hanno sistemato gli armi che dall’ingresso vanno alla sala del tè, prolungato il corrimano dove c’era la cordina a nodi e sostituito alcune corde marce.
Pelli mi dice (con gli occhi che brillano!) che ha armato tutto Giadina ed è stata bravissima. Che bellezza vederli così, ora attendiamo solo di esplorare insieme a loro il fondo!
Miguel sembra sfinito stasera, mi dice che ha esaurito tutte le sue energie tentando di completare il traverso dove avevo lasciato Ade il giorno prima.
E’ una parete marcia e difficile, che ci darà del filo da torcere, ma mai demordere, anche perché domenica hanno portato giù il sacco con l’altra 100 m!
Torneremo per esplorare, per rilevare, per disarmare alcune zone e recuperare le corde, per fotografare.
Alla prossima, Miky

Abisso Blade Runner – Gruppo Grotte Trevisiol: Adelida Pace, Michela Zambelli, Michele Iadini, Fabio Lo Cascio

Il traverso di partenza del Pozzo Obsession

Testa del pozzo Psyco

Squanfida e Smarsa in esplorazione