Il primo pozzetto

L’appuntamento è per giovedi alle otto e mezza da Schiavotto, sono le 8:25,piove, e Claudio è già li che mi aspetta, Bruno arriverà qualche minuto più tardi, mentre altri, per problemi dell’ultimo minuto, non ci saranno. Partiamo per l’altopiano. Piove non troppo forte, io sono fiducioso di non bagnarmi troppo e gli altri sperano che non ci sia un torrente che vada dentro in grotta (ndr).

Tappa a Canove per la colazione, non c’è spazio per parcheggiare l’auto vicino al Caffè alla Posta, la mettiamo di fronte ad una casa chiusa con scritto affittasi, tanto a chi vuoi che rompa? Beviamo il caffè, mi volto ed è sparito Claudio: l’unica vigilessa dell’intero altopiano transitava proprio per quella via interna sotto la pioggia: per fortuna solo un avvertimento. Tappa successiva i panini e poi via su per Gallio, Campomulo, Campumeletto ed infine zona Malga Fiara.

Il bello di questa grotta è che c’è una camera iniziale che si presta per essere usata come spogliatoio, mancano gli appendini, ma qualche fix risolverà il problema. Visto che fuori piove forte  pensiamo di non bagnarci, in realtà piove parecchio anche li dentro, tanto che nonostante l’ombrello messo a protezione della mia roba, la troverò, al ritorno, bella bagnata.

Claudio arma e scende il pozzetto iniziale di 3m, lo segue Bruno e poi io. Qui ci si trova in una stanza con tre possibili vie. A destra parte un stretto meandro in cui Nadia un paio di settimane fa aveva provato ad infilarsi, con scarso successo per via di curve a gomito troppo strette. A sinistra, la settimana scorsa,  Clemente spostando un po’ di sassi ha trovato un vuoto (ne parlo dopo) e sotto c’è un passaggio per lo scivolo di sassi da cui si sente l’aria transitare.

Armato lo scivolo,  lo scendiamo per una quindicina di metri surfando sui sassi fin dove parte il meandro. Siamo a una decina di metri di altezza, si presenta a misura d’uomo e si riesce ad avanza facilmente, con diversi punti di appoggio per i piedi. Sotto di noi si sente chiaramente i rumore di un torrente che scorre in profondità. A metà strada una cascatina d’acqua ci lava per bene la parte sinistra del corpo. In fine , dopo una trentina di metri, in fondo ci fermiamo perché il meandro si allarga, bisogna salire, armare un traverso ed andare nel nero oltre alcune grosse pietre, però sta piovendo molto e le rocce sonno scivolose, in più il fragore di una cascata ci impedirebbe di scendere in ogni caso il pozzo che violeremo di sicuro la prossima volta. Ci giriamo e torniamo indietro, la cascatina ora ci lava per bene la parte destra, scaliamo lo scivolo di sassi e torniamo alla base del primo pozzetto.

Chiedo agli altri dove fosse la via che aveva trovato Clemente, comincio a spostare un po’ di sassi, mi infilo e sono con metà busto dall’altra parte, ma torno indietro immediatamente perché lo spettacolo non è dei migliori, tanti sassi in bilico. Infatti una volta che mi sono messo in sicurezza, sposto il sasso giusto e ne viene giù un quintale giusto dove mi trovavo prima. Arretro un po’, alzo la testa, vedo che c’è un passaggio in alto, lancio qualche sasso e Claudio mi conferma che cade sullo stesso posto. Lui si arrampica, fa un po’ di pulizia e passa di là, e…pozzoooooo!!!! Probabilmente si ricollega al meandro che abbiamo visto prima, ma prima c’è una bella frana da mettere in sicurezza e  c’è da fare un lavoro certosino per poter scendere.

Usciamo, sono completamente zuppo fino ai gioielli, una volta tolta la mangiafuoco praticamente peso la metà. Imbracciamo i sacchi e zaini e girovaghiamo in zona trovando altri posti molto interessanti. Infine il meritato panino in Malga Fiara durante una bufera d’acqua, che è l’elemento che ci ha fatto compagnia tutta oggi.

Scendiamo per la strada di Rotzo per vedere se nella valle troviamo qualche nuova sorgente che butta fuori acqua e…. bingo, ma non sarà facile arrivarci ( quando non avremo altro da fare potremo arrampicarci per vedere se c’è un passaggio umano ).

Transitiamo sopra il fiume che esce dalla Torretta e poi giù per la Valdastico vedendo che anche le altre sorgenti sono in piena.

I misteri che aleggiano attorno a Blade Runner sono comunque ancora tanti: non è nascosta, anzi abbastanza visibile, è marcata GSM ma non ci sono segni di esplorazioni. Forse era tappata dal ghiaccio? Inoltre le tre vie che stiamo esplorando hanno dei chiari segni che in epoca di guerra di sicuro qualcuno c’è stato, vedi le tavole sopra il pozzo, la sezione rettangolare, tutti quei sassi nelle frane etc tec. Se la stagione tiene proveremo a svelare uno ad uno i vari misteri il prima possibile.

Stay tuned

Andrea B. – GGT

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Il GGT di oggi: Claudio – Bruno – Andrea

Qui sotto il video vi mostrerà cosa abbiamo trovato oggi