BUSO DELLA RANA – SIFONE A VALLE DI SALA SNOOPY – 15/01/2017
Diego
E’ domenica 15 Gennaio ed è oggi l’appuntamento con il sifone e il camino di Sala Snoopy al Buso della Rana. E da mesi che parliamo di questa uscita e alla fine eccoci qua. Abbiamo coinvolto in questa uscita anche Sandro Sedran che con il suo gruppo di amici si occuperà di tutta la documentazione fotografica. Partecipano 41 speleo, oltre ogni aspettativa, e oltre ad una quindicina del nostro gruppo, sono presenti i gruppi speleo di Schio, Malo, Seren del Grappa, Valdagno, Mestre, Padova, Bassano, e anche 4 ragazzi del S.C. Saluzzo di Cuneo!!
Ritrovo alle 8.00 al parcheggio dell’Incantamonte. Oggi non ci sarà il problema del trasporto materiale visto che siamo così numerosi. Dopo la distribuzione dei sacchi con il materiale necessario all’immersione e delle sezioni del palo da scalata, si parte. Ci vorranno due ore e mezza per arrivare al bivacco di Sala Snoopy. Qui Maurizio impartisce le prime disposizioni, chi può andare al sifone subito e chi devrà aspettare un po’, questo per non creare troppo confusione. Dal bivacco ancora 20 minuti per arrivare al sifone e al camino da risalire. Dopo un passaggio su una scaletta di corda ed un basso e antipatico laminatoio, si accede ad una sala grandissima, luogo che per me è totalmente nuovo. Seguo il piccolo ruscello che mi indica la strada verso il sifone; meglio buttarci un occhio, visto che devo infilarmi dentro. Come mi avevano descritto l’acqua si sporcherà appena entrato, il fondo è pieno di depositi. Mi aiutano a vestirmi e a preparare l’attrezzatura, sono fortunato ad avere una squadra di speleosub tutta per me. Vengo immortalato da Sandro nelle varie fasi di preparazione, mi accorgo dalle forti luci che a momenti mi abbagliano, ma la cosa è fatta con discrezione per non disturbarmi troppo.
Sono pronto, con lo svolgisagola in mano mi tuffo in questa avventura; per i primi metri l’acqua è torbida, ma non mi preoccupa, so che fra qualche metro diventerà pulita. Ritrovo la vecchia sagola, ma dopo tanti anni è meglio sostituirla, per cui ancoraggio dopo ancoraggio proseguo in questo sifone. Lo spazio non è grandissimo ma ci si muove bene, è come descritto da Maurizio dritto per 10 m circa e poi gira a sinistra di 90 gradi, e così e stato, come avere il navigatore!! Beh….più o meno!
L’acqua è limpidissima in progressione, ma si intorpidisce al passaggio in pochi secondi, meglio non pensare al ritorno. Alla sinistra vedo la vecchia sagola in parte sotto i sassi, che ad un tratto si ferma, guardo in avanti, lo spazio si restringe e sembra risalire, sono in frana. Proseguo piano piano, lo spazio è sempre più stretto, alzo la testa e vedo uno specchio, si è l’effetto della superficie dell’acqua, si esce in aria!! Mi sposto verso la superficie ma lo spazio e sempre più esiguo, sgancio una bombola e la porto in avanti par avere più mobilità, metto la testa fuori ma nel contempo il pulsante di gonfiaggio della mia muta stagna preme contro un sasso, bolle dappertutto e io che non avanzo e non posso retrocedere. Poco dopo la situazione torna sotto controllo, lo spazio è piccolo e il passaggio risulta difficile, tolgo il casco con la telecamera e lo alzo fuori d’acqua per raccogliere qualche immagine della parte aerea. Fisso la mia sagola appena sotto la superficie dell’acqua, e decido di rientrare. I primi metri li faccio come un gambero, non c’è lo spazio per potersi girare, facendo attenzione a non staccare la mia sagola. Faccio un po’ di pulizia, eliminando il vecchio filo, con una visibilità che non è un granchè. Dopo 30 minuti sono fuori, un po’ infreddolito, con qualcosa da raccontare e entusiasta di questa opportunità che tutto il gruppo di oggi mi ha regalato.
Intanto dall’altra parte si sta lavorando alla risalita del camino……
Maurizio
Mentre Diego è in acqua inizia il montaggio delle sezioni da 1 metro del palo da scalata preparato da Franco; i tubi vengono imbullonati ed alzati a raggiungere quella finestra che si apre sul soffitto della sala a 7 m di altezza. Non sarà facile, il passaggio è ostruito da massi di crollo.
Sale Miguel del GG Schio che, raggiunta la sommità, mette subito due fix sulla roccia sana per avere una sicurezza, ed inizia a far crollare i massi che ingombrano il passaggio.
E’ un lavoro delicato, i massi crollano un po’ alla volta. Miguel scende ed il palo viene utilizzato come ariete per muovere i sassi. Crollo dopo crollo il passaggio diventa chiaramente visibile, con una debole corrente d’aria, ma ancora decisamente pericoloso. Che fare? Il palo viene manovrato come un lunghissimo palanchino per far cadere piu’ sassi possibile fino a che un sinistro “crac” ci dice che abbiamo esagerato e l’attrezzo è danneggiato. Sandro fotografa a raffica aiutato dai suoi assistenti.
Bene, adesso sappiamo che un passaggio esiste e torneremo ad esplorarlo. Si smonta il palo,
ad ognuno il suo pezzo da trasportare, ed inizia il ritorno verso il bivacco. Si accende un fornello,un brodo caldo, e si riparte verso l’uscita.
Una fila di 41 speleo si sgrana nella grotta, ho l’immagine di una fila di formichine ognuna col suo seme di grano che torna verso il nido. Ci aspetta il terzo tempo al bar da Balin, davanti ad una bruschetta e con tante cose da raccontare.
Ringrazio tutti i partecipanti per questa bellissima giornata, ed una particolare riconoscenza va a tutto S-Team che con professionalità ha documentato questo Evento !!
Diego Massignan
Maurizio Da Meda
I miei complimenti, fighissimii!!! Diego forever!!!