ingresso grotta

ingresso grotta

Quest’anno le immersioni in grotta sono state penalizzate dal maltempo, ed è per questo che noi pochi speleo “umidi”, dobbiamo arrangiarsi a trovare delle alternative.

E’ così che abbiamo ripreso le esplorazioni al Buso delle Anguane, grotta situata a Castelvecchio vicino Valdagno (VI) in contrà Urbani di Sotto.

Si parcheggia in piccolo spazio che gentilmente un signore della contrà ci ha offerto.

 

Si scende seguendo una stradina sterrata molto pendente fino a incrociare sulla destra un sentiero; seguendo il sentiero si attraversa un ponticello, e si tiene sulla destra il torrente, si risale per qualche centinaio di metri e sulla sinistra si trova l’ingresso.

E’ una grotta facile e carina, sempre attiva e comunque si può sempre visitarla. Termina con un sifone esplorato anni fa.

Oggi siamo in tre ad entrare ed è la prima volta per me e Diego, la seconda per Francesco del GGS. Bene, siamo pronti a entrare, indossiamo le nostre mute umide e via carichi come “muli ipogei”.

 

 

La grotta si presenta molto bella e articolata con tratti parzialmente allagati, ogni tanto ci fermiamo a scattare qualche foto.

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IL SIFONE

Dopo 30 minuti siamo davanti a un piccolo laghetto, mi ricorda tanto il piccolissimo laghetto del Buso del Vento. Il laghetto si presenta in 2 parti, quello esterno piccolo e alto, quello interno è più grande ma basso e da qui sprofonda per tre metri fino a una strettoia mista sabbia e ghiaia; da qui Diego si ferma e sagola i primi 15 mt.

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Ora entra anche Francesco a dare una occhiata e suggerisce di scavare per allargare la strettoia; resta il problema che la ghiaia continua a scendere con il rischio tappare il piccolo passaggio.

Provo io , e mi porto via anche un sacco speleo con sessola, così una volta riempito di ghiaia lo porterò fuori. Ma una volta vista la strettoia lego la sagola sul cappio di Diego e decido di passare senza scavare con le 2 bombole da 4+4 dentro al sacco. Passo senza difficoltà, e lego il filo su un buon ancoraggio, proseguo sulla mia sinistra e mi sento un po’ impacciato, sono senza pinne!!; avanzo a mo’ di uomo ragno cercando di non muovere il fondo fangoso, ma vedo che è inutile, anche le mie bolle provocano distaccamento di porzioni di fango dal soffitto. Proseguo comunque e fisso più possibile la sagola, e penso che il rientro sarà dura per la scarsa visibilità. Il sifone con i suoi cambi di direzione e morfologia assomiglia molto al sifone dei Mulini di Alonte, che bella.

Continuo pian piano, mi guardo in torno e vedo le mie bolle che si irrompono in aria, decido di salire, e sono fuori in una sala di discreta dimensione, avanzo a nuoto fino a un spuntone di roccia e qui fisso il filo steso che mi indica i 45 mt. Mi guardo intorno per capire se continua e vedo in alto un camino interessante? Mi sposto tra i massi e istantaneamente l’acqua si sporca. Finalmente intravvedo la via nuova sulla mia sinistra, mi tuffo con la torcia di Diego che ha un buon fascio di luce e illumino una discreta galleria che scende di nuovo. Bene, ora rientro, una controllata ai manometri e con il sacco in spalle rientro nel brodo marrone. Il rientro è lento perché sono sempre senza pinne e continuo avanzare nel fondo fangoso; per fortuna che ho montato sul casco una nuova torcia frontale a led rosso da 5w che smorza il riverbero abbagliante delle luci tradizionali.

Sono quasi fuori, mi manca la strettoia e sono costretto a togliermi il sacco e portarlo davanti alla testa e spingerlo in su. Sento che la mia cintura dei pesi si sgancia e comincia a scivolare giù… Fantastico ! Mi mancava anche questa, la prendo al volo e la trascino davanti a me, qui ritrovo il sacco speleo lasciato in precedenza che mi diventa utile e ci infilo la cintura con i suoi 6,5 kg di piombi .Ora ho 2 sacchi speleo da spingere in su, ho l’ultimo sforzo da fare.

Frank

Hanno partecipato:

MASSIGNAN DIEGO (GGTrevisiol),  FRANCESCO (GGSchio), GIORDANI FRANCO (GGTrevisiol)