Non è il nasi di Bicio

Prima di tutto una premessa, dietro a tutto e sotto sotto ironia!

Detto ciò…ieri sera era venerdì e chissà perché ho la tendenza a considerarlo il giorno in cui il gruppo si riunisce.

Vado in sede e per almeno mezz’ora siamo io e Romano. Faccio a tempo a sentire della sua ultima navigazione al lago di Fimon in Kayak e dei suoi incontri istituzionali per divulgare speleologia. Passano i minuti e comincio a preoccuparmi, non si vede ancora nessuno. Romano lo capisce e mi dice di aprirmi una birra. Non ci penso troppo e stappo una nera da paura. 



Arriva Maurizio e si inizia a parlare di speleologia, nuovi rami, nuove uscite, nuove abitudini….ovvero gli dico che non ho sentito nessuno e che non sono informato su niente. Vorrei dire anche che sono in sede proprio per conoscere e sapere. Lui capisce e mi dice, apri una birra. Apro una bianca da paura.

Arrivano Giosué e Simone e cominciamo a parlare di trilonge e di sicurezza. Siamo perplessi, chi per un motivo chi per un altro, i conti non tornano. Nel nostro piccolo ci chiediamo a cosa serva tutta questa ridondanza di longe o più in generale di…non è che la scarsa fiducia in se stessi non si riversi su un’ipotetica necessità di aggiungere sicurezze? Non è che sia pericoloso?

Finiamo la birra e arriva Benemerita, apro nuove birre. Mi aggiorna sulle nuove esplorazioni e tra tutti si parla di attività, gruppi, sottogruppi e distanze.

Distanti da me senz’altro. Mi capita ancora di andare in sede CAI e pensare che sia come la mia seconda casa. Ammetto di andarci anche il mercoledì ovvero il giorno di apertura ufficiale. Ho conosciuto un po’ di persone e mi piace chiedere come va la loro attività e dire cosa sto facendo io (ancora poco a dir la verità).

Sistemiamo i materiali che avevamo prelevato sabato scorso e che ci sono serviti per la palestra al Leute Kubale e ci organizziamo per domenica. L’unica attività che mi è arrivata all’orecchio è stato lo Spiller.

Bello, sono anni che non scendo a vedere e camminare lungo quei meandri e giù per quei pozzi. Saremo in sei, mi pare un bel numero.

Apro un altro paio di birre e le beviamo tutti assieme (sappiate che il gruppo grotte non è un club di ubriaconi ma ogni tanto il frigo è pieno e la sete è tanta).

Pare tutto finito, Romano va via, Maurizio va via e anche noi stiamo per partire.

Ma la bellezza di trovarsi assieme è sentire che ci si può inventare qualcosa e così mentre le porte del CAI si chiudono ci si dice…”Ma domani andiamo al Naso de Bicio ad arrampicare?” E’ inutile dire che ci siamo illuminati in volto.

Stamani eravamo tre ovvero Paola, Giosué e io. Colazione da Farisato e via a Lumignano. Non siamo come Manolo ma ci siamo divertiti. Io un po’ meno perché non avendo trovato una scarpetta (spersa ancora in mezzo al trasloco dalla Versilia a qua) non ho potuto fare altro che usare le mie scarpe grosse per una via da secondo. Ma va bene così!

Lo Spiller e altra speleologia ci attendono però volevo solo dirvi che: “parlarsi guardandosi in faccia è ancora un gesto rivoluzionario”.

Filippo GGGT CAI-VI