Due senza tre
Quando scendi nell’Abisso Spiller, subito le corde e il buon senso ti portano ad imboccare dei colatoi un po’ umidi ed un po’ discosti dalla verticale, in fondo ai quali un grosso teschio di vacca ti accoglie con un’occhiaia scura e vuota. Sabato 25 luglio il teschio era sempre lì e ha accolto me Maceria e il Druido Mario con la solita occhiataccia malevola, e sì che eravamo armati solamente di buone intenzioni (oltre che di una mazzetta da kilo a testa). Per me era la prima, sospirata discesa della stagione, il Mac e Marietto c’erano già stati in compagnia dei Malesi il fine settimana prima. Obiettivo della giornata: rivedere a fondo i meandri di Sala Tre Prie e di Oui Oui Très Jolie, tralasciati da troppo tempo.
Come è andata l’esplorazione? Beh, in effetti mi era sembrato che il teschio di vacca sogghignasse un po’ nel vederci passare in discesa… Il meandro che parte da Sala Tre prie (anzi dalla saletta ‘Fine Rilievo’ per chi conosce il posto) finisce nel novello Ramo Skio 2008 e dunque si crea un anello oltre al fatto singolare che si constata come nel ramo Skio c’erano già arrivati dei soci Trevisiolii nel 2006 (vero verissimo); l’accesso da questa parte risulta essere un po’ meno dispendioso dato che si aggira la prima parte dello Skio che annoia sempre anche se i compagni GSM Malo hanno fatto buona opera di disostruzione.
Tutto qui? Beh no, dato che eravamo un pochino delusi abbiamo deciso di alleviare le sofferenze andando ad imboccare Meandropoli, cioè quel simpatico lungo e bastardo meandro che porta a Très Jolie (ma si scrive così?). Stavolta la strettoia, grazie all’intercessione del teschio di vacca, non riesce a fermarmi. La sala è bella e ampia, mandiamo il solito Mario a infilarsi nei laminatoi oltresala e quando noi non ci passiamo più lui è sempre 20 metri + in là. Mitico Marietto, grazie a lui si becca un meandrone da kilo che curva, sale, scende va e poi… finisce sulla Beal da 10 che arriva al Ramo Skio, dove parte il Meandro Favola. Stavolta ci restiamo veramente di merda, soprattutto Marietto che mezz’ora dopo, mentre risaliamo a prussik i pozzetti (eh no che ci rifacciamo tutto all’indietro!) ancora ci dice che non ha capito una fava di dove siamo..
Stavolta ci giriamo e imbocchiamo l’uscita, perché a volte c’è anche il due senza il tre.
Più su, nei rami alti, Claudio il Cioca ha portato dentro una masnada di giovani promesse speleo, che iniziano delle riprese che dovrebbero portare nel tempo ad ottenere un filmato di questa grotta. Niente male come sabato di luglio, no?
Da annotare infine una insuperabile soppressa che un duo di separatisti baschi ci fa trovare appesa al primo frazionamento dell’ingresso, magico regalo che unisce la grotta (la cantina) con la pancia (la fame), in un connubio che lascia un solo quesito: ma perché tredici fette?
Quante altre volte ci toccherà andare in Spiller per riuscire a capirlo?
Ciao Giaguari, Gianki GGT CAI VI