Farolfi Nuova Stagione
E alla fine finisce tutto: finisce la neve sulle piste, finisce la laurea del Presidente, finisce l’inverno e rimonta la voglia di MARMO. Così il pomeriggio di Pasqua parto con Filippo detto Splash detto Il Presidente, Giulio detto Il Bocia e Elena detta La Fagiana (che andrà al mare in spiaggia). Leone non ci sta e così lo parcheggiamo dai nonni (Leone cane deluso). Ritrovo tradizionale dalla Piera a Levigliani, birra e sigaretta per tutti, birra e propoli per me che soffro di mal di gola estremo. Con il buio saliamo la strada del passo, il dubbio è quanta neve c’è, alla fine si avanza per un bel po’ e solo un 3/4 d’ora a piedi ci manca all’ingresso. Marco è con noi, ha lasciato il rifugio per un break di … una notte, domattina uscirà da solo per tornare dai suoi clienti, la dura vita del rifugista! La prima sorpresa è a Fociomboli (luogo magico per il nostro Presidente), dove una luna gialla illumina la dura neve e i nostri passi, nel vento. Bellissimo. Tra la faggeta scendiamo all’ingresso, anche i ramponcini stavolta non servono (ma Giulio per non sbagliare se li porterà appresso per tutta la Grotta). La grotta ci accoglie immota e silenziosa, neanche tanto bagnata se pensiamo a tutta la neve che ci sta sopra. All’arrivo al campo constatiamo che la Tenda dei Veneti è collassata su sé stessa in modo ignobile, abbiamo nel sacco il suo sostituto e questa ex-Vaude la porteremo fuori domani, ma adesso è tardi sono le due di notte, per cui minestrina, cicchetta e a letto. Stavolta provo il ‘cuccio’ di Marco, sotto il sasso, bello ma un po’ arieggiato e soprattutto troppo vicino alla locale segheria di legna… per fortuna ho i tappi per le orecchie, che metto subito. La mattina dopo un sana colazione (il Presidente non vuole saperne di uscire dal letto e mi tocca portargli il caffè in camera…), Marco esce e noi ci avviamo verso la risalita da fare. Arrivati alla cengia i miei prodi compagni d’avventura fanno un po’ giacomo, cioè Splash è un po’ cotto, la Laurea deve averlo impegnato un bel po’ e forse deve riprendere un pochino la forma e invece Giulio dice che può fare la risalita ma se la fa poi deve tornare al campo a dormire di nuovo. Mah nel dubbio il più vecchio delle compgnia, come fa ormai da anni, si carica di armi bagagli trapano e ammennicoli e si va a fare sta risalita… che (con un po’ di numeri da circo) porta nel solito scivolo sottotetto in salita contro una frana che chiude. Vabbè, con l’occasione ripassiamo il bloccaggio dell’MBB e vedo insieme a Giulio qualche altra manovrina simpatica. Da segnalare c’è che oggi posso affermare con tranquillità che Giulio ha decisamente imparato a fare sicura, olè! Scendiamo dal Presidente (che ormai ha fumato anche i sassi e le corde dismesse e i lacci degli scarponi nell’attesa)e con Gran Calma ci avviamo all’uscita. Non ha senso correre (anche perché Giulio si perde a ogni curva, candalporco)ma soprattutto vale la pena di godersela tutta. Al vecchio Campo Uno parte un the e all’uscita ci attende un sole che grida sulle vette imbiancate e sul mare lontano (mare?? acua?? pericolo!!).
Nel complesso un bel ritorno, un buon re-inizio di stagione, lavoro qui ce n’è da fare ancora tanto, mi sa che ritornerò.. Poi, dopo un piazza dalla Piera (ciao Piera!), una bella serata versiliese si prende cura di noi. Il giorno dopo le solite cose: gita in bici, visita al mercato di Massa, al Museo, e poi la lunga strada di ritorno. Apuane, a presto.
Giancarlo Zanetti/Gianki, Gruppo Grotte ‘G.Trevisiol’, CAI Vicenza-
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