Farolfi
Con il Raduno di Finale finisce anche il nostro Corso di Introduzione e le attività lasciate in sospeso possono essere riprese. Una per tutte: il Farolfi, Ramo dei -350, lì abbiamo lasciato io Marchino e Pelliccia una risalita dopo 30 metri ad un passo dall’uscita, là in alto…
Dovevamo essere in tantissimo questo fine settimana: poi Gianetti e Cris non riescono a partire, Giampy viene inghiottito dal macello autostradale tra Verona e Brescia, Marchino con la bronchite non riesce ad entrare in grotta. Alla fine siamo io, Albertino, Stefano, Ometto e Bimba. Ci troviamo il venerdì sera al Rifugio Puliti, ottimamente accolti e rifocillati da Virginia e marito. Sabato il tempo è bello, a Passo Croce troviamo tutta la compagnia. Nella parte alta del Corchia una ampia nevicata imbianca il monte, vista così da fuori è anche bella da vedere. Appena entrati nelle prime gallerie un po’ di stillicidio mi fa capire che un po’ d’acqua c’è. Proseguiamo con calma, anche Albertino che non è mai stato in Apuane si deve poter ambientare per poter capire in che mondo è capitato stavolta: la grotta gli piace. Appena presi i rami del – 350 una cascata frustante il fondo di un pozzo mi fa capire che l’acqua non solo c’è ma anche è tanta. Più avanti mi affaccio ai conigli di attacco del pozzo da 40 e un rombo lontano mi fa capire che forse erano meglio gli stivali, oggi. Infatti la via attiva sul fondo è battuta da un bel torrente d’acqua che simpaticamente si infila nel Meandro della Luna e poi si butta nel conseguente nuovo 40 con un bel lancio nel vuoto. Accidenti alla neve che ha fatto, accidenti. Pianto un deviatore nel 40 che sta sotto, non senza prendermi una bella lavata e non senza trovarmi per due volte direttamente sotto la cascata di brutto: proprio una giornata simpatica. Il resto della progressione lo lascio alla vostra immaginazione. Arrivati ai freatici Ometto e Bimba vanno a vedersi le aragoniti e la via del Sifone, noi risaliamo (dato che lo stillicidio qui è contenuto) e continuiamo la risalita. Finiamo in una galleria asciutta , dopo una curva esposta si intuisce una nuova galleria e mando l’Albertino ad armarla ed esplorarla, così magari poi si appassiona di sta grotta e ci torna pure. Albertino passa tra acqua e roccia come un gatto, gira l’angolo e traversando con il pozzone sotto al culo arriva all’imbocco della galleria nuova che si presenta ampia, con il tetto a scallops giganti e la base di sabbioni bianchi … ma ad un tratto ci da una brutta notizia, ha trovato un fix…Lo raggiungiamo, in effetti un paio di vecchi fix arrugginiti fanno capolino dal pavimento e una/due tracce di piedi si inoltrano nella galleria. Siamo stati preceduti, ma da dove? Dall’alto, sporgendoci si vedono altri ancoraggi arrivare dall’alto. Ma da chi? Boh. Ma quando? Boh. Giriamo per la nuova galleria e in fondo, sopra un pavimento di sabbia, c’è da scavare perché tra soffitto e pavimento si vede la galleria che continua. Torneremo, ma soprattutto per risalire ancora e scoprire da dove arriva la via che scende dall’alto. Scendiamo lasciando armato, ci rifocilliamo e prendiamo la via della risalita, Ometto e Bimba sono già partiti. La risalita procede con calma, iniziamo ad essere stanchi ma come sempre con lentezza si risolve tutto, anche il 40 con la cascata lo lasciamo alle spalle e un pozzetto dell’attivo dove l’acqua investe la corda lo risolviamo tirando una corda guida da un lato all’altro del pozzo. Usciamo a mezzanotte.
Naturalmente bello sarebbe stato trovare roba nuova, e già mi pregustavo il piacere della scoperta, come molte altre volte mi era successo in questa grotta ma non è sempre Pasqua (cit.) per cui stavolta è andata così dovremo affinare ancora di più le armi della ricerca ed essere ancora più intensi per ricercare e trovare quello che andiamo cercando cioè la solita roba: grotta-buio-nero-aria….
Ringrazio i miei compagni di viaggio, spero non siano rimasti delusi a me è piaciuto moltissimo tornare in grotta con Stefano dopo tanto tempo, con l’Ometto idem, con Ilaria che sarebbe da andare in grotta assieme ogni fine settimana, con Albertino che magari si appassiona pure lui alle Apuane e si unisce a questa brigata di liberi esploratori.
Alla prossima.
Giancarlo Zanetti, Gruppo Grotte Trevisiol CAI Vicenza.
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