…e dopo anni e anni di immersioni e scoperte anche il Gorgo Santo si è svelato. Complice la secca dei giorni scorsi (…e l’apertura di un inghiottitoio) a passare di là siamo stati in tanti e soprattutto siamo stati, assieme agli speleosub accompagnatori,  i primi speleo a passare oltre la barriera d’acqua.

Già da subito si capisce che non sarà semplice, escludendo i gelidi passaggi acquatici tutta la grotta è veramente impegnativa. Non si tratta della Rana, né di una grotta verticale. Al Gorgo si striscia…e se non strisci rotoli (rischiando di perdersi se la testa comincia a girare per conto suo). L’acqua e il fango sono sempre a pelo e quando ti va bene puoi fermarti un momento e restare in ginocchio. Piccole concrezioni lungo il percorso, alcune buffe (e pericolose per i distratti o i troppo stanchi) scendono un po’ dal tetto dell’autostrada. Arriviamo alla sala del Drago dopo piccole soste che diventano necessarie per rifiatare. E’ il punto prestabilito per il ritrovo, ed è un punto dove fare attenzione, si scivola via sul fango e si rischia di cadere in un pozzetto messo li dal caso per farti rischiare una caviglia. Arriviamo tutti, thé, brodo, panino, cioccolata. Chi ha freddo non sta fermo, chi ha caldo cerca una pozzanghera. Le mute ci stringono i corpi.

Finisce la sosta e si riparte. Si formano i gruppi, squadra immersione 1 + squadra immersione 2 + squadra rilievo. Ognuno per la propria strada. Io sono uno del rilievo e siamo in tre, oltre a me Click e Andro. Si va, abbiamo una cartina fintoplastificata e mezzo-distrutta dall’acqua concessaci da Boa, partiamo dal punto X e cerchiamo di orientarci. Ci accorgiamo subito che qualcosa non va…che planimetria ci avete dato??? Non torna niente. Dovrebbe esserci un ramo e invece ne vediamo 2 e ben distinti…Bohh procediamo e cominciamo. Una misura, 2 misure, 3 misure, sembra che il rilievo prenda dimensione. Conto 90 metri di rilevato con altezza media di 110 cm. Urka! E da dove saltano fuori?

Sono i mezzi ci impediscono di proseguire! Ci servirebbe un martello. Dietro ad una roccia sentiamo il vuoto. La grotta Prosegue ma non riusciamo a passare. Torniamo indietro e cominciamo a ritrovare gli altri gruppi. Le immersioni sono state “ordinarie” se così si può dire (si tratta pur sempre di immersioni ad un km di distanza dall’uscita e all’interno di una grotta di montagna che ti fa fare tanta e tanta fatica).

Avvertiamo il Boa che come prima cosa si incazza e dice:” Che c***o avete fatto. Avete sbagliato tutto, il rilievo è giusto e quel ramo lì non esiste. 😀

Dopo lo sconvolgimento iniziale finalmente un po’ di verità. Avevamo appena rilevato un ramo che non era mai stato segnato (e forse neanche esplorato…).

E’ ora di ripartire, Click ha freddo e Figata ha caldo. Io né l’uno né l’altro, botta di culo pazzesca.

Strisciamo verso l’uscita e piano piano arriviamo all’esterno.

Birra e pizza lì vicino…e tante impressioni da raccontare. Mai stat* in una grotta così. Il Boa e l’Umido ci precettano per un’altra uscita, sarà dedicata solo al rilievo, e dico io..chissà che non escano nuove e interessanti scoperte.