Pozzo d'ingresso

Pozzo d’ingresso

Tanto per ribadire che non occorre andare tanto distante da casa per provare l’emozione di esplorare, questa domenica i nostri mitici Colli Berici ci hanno regalato una nuova avventura  “dietro casa”…..in questo caso letteralmente dietro casa, visto che si è aperta sul retro dell’agriturismo da Sagraro sopra Mossano.

Lo sbrego di un paio di metri di lunghezza e di larghezza irregolare lascia intravedere da subito un pozzo di circa una decina di metri con pareti lisce e regolari a piombo,  peraltro già esplorato da un valoroso abitante del luogo con mezzi rudimentali stile Norbert Casteret dei nostri tempi, che poi si è fermato in vista di un secondo baratro; insomma, la fregola di scendere a vedere ci assale e c’è già tra noi chi sogna di uscire ai Molini di Alonte, o direttamente in Bigonda…..

Mentre gli epigei (ovvero quelli che non vogliono infangarsi) di questa giornata- Bruno, Alberto,  Anna e Andrea B-si dedicano alla ricerca paleontologica cercando di cavare fuori dalla roccia un sasso tondo- “Sarà de sicuro l’ongia del deo de un dinosauro”-  Claudio arma e finalmente scendiamo; Pelliccia esplora rapidamente il Ramo Pelliccia, dello sviluppo di un paio di metri alla base del primo pozzo, intanto Claudio ha armato il secondo vuoto, una ventina di metri, e pian piano scendiamo tutti….

La morfologia del pozzo è veramente bella e interessante, con lame di roccia che creano dei diaframmi , terrazzini con piccole lame di roccia, concrezioni di fango….e quindi naturalmente l’immancabile fango, che ci aspetta alla base del secondo pozzo. Mentre il presidente, forte della sua recente esperienza di climbing, esegue audaci risalite in free solo, io e Pelliccia sobillati da Claudio cerchiamo di far proseguire verso il basso- o almeno in orizzontale- la grotta cavando fango e sassi da una sfesa vergognosamente piccola, da cui esce un po di aria. Cerchiamo di infilarci più dentro possibile ma niente da fare, bisognerà tornare con mezzi idonei; riusciamo solo a vedere, al di là di una curva di calcare “che da tanta parte il guardo esclude” un cunicoletto triangolare che pare prosegua con dimensioni  al limite dell’umano…..

Pelliccia sale su un terrazzino sopra alla fessura impraticabile e trova un buco  intasato di sassi e fango che punta in basso e nella stessa direzione dell’altro, magari sarà il bypass per proseguire oltre, ma….scavare bisogna, sopra e sotto! Dopo aver documentato la cavità, si risale con calma mentre il Roner si assume la responsabilità e l’onere di disarmare, nonostante i soliti veneti continuino bassamente a dileggiarne i nobili sforzi. Con un tempismo perfetto inizia a piovere proprio quando siamo usciti tutti e ci siamo cambiati, a questo punto ci infiliamo nell’affollatissimo Sagraro e ci dedichiamo con impegno alle tagliatelle col tastasale e al risotto col radicchio, pregustando già le possibili prosecuzioni e parlando delle future esplorazioni beriche e non…

L'enorme scavo

L’enorme scavo

Per tirare le somme: esplorata nuova cavità, armati e scesi due pozzi, uno di una decina di metri e il secondo di una ventina, individuate due possibili prosecuzioni, documentato il tutto, battezzata la nuova cavità: il primo esploratore decide per il nome “ La Caneva ”, visto che sta praticamente sotto casa sua….. Prossimamente in programma il tentativo di passare e bypassare la strettoia, la Caneva continua! (forse)

Nicola

Questo è il video della giornata

 

 

Il GGT di oggi

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