ho trovato questo articolo che ho scritto qualche mese fa………è ora di pubblicarlo.
Oggi mi sono infilato le scarpe non per camminare ma per accompagnare mio padre a visitare i
nostri cari antenati sparsi nella provincia di Vicenza, non tanto per portar fiori o per fermarci in
preghiera ma solo per un breve saluto.
L’aria è tersa e il sole irradia il cielo di luce tagliente che fa risaltare i colori delle foglie, delle case e
persino delle auto.
Incrociamo per strada un padre folle con i suoi due figli sul motorino rigorosamente senza casco ma
felici e con i capelli al vento. Intanto l’auto arranca su per la salita fino a giungere al mio paese
natio, che è ancora lì immobile e immutato come l’ho lasciato nella mia infanzia tanti anni fa
quando i miei genitori, poveri nulla tenenti scesero in città in cerca di fortuna.
Arriviamo al cimitero ed è lì piccolo e raccolto in un angolo del paese, in un posto cioè dove i
defunti possono rimanere tranquilli a riposarsi dopo una vita dura e di lavoro come lo è da queste
parti.
Fuori lì vicino in un piccolo recinto vedo i miei animali preferiti, le oche bianche nel loro vestito
elegante che si parlano tra loro senza disturbare.
Il cancelletto in ferro cigola quando lo apro e parla di nuovo quando lo chiudo, sento dietro di me i
passi di mio padre che calpestano il vialetto di ghiaino e in pochi passi arriviamo verso le tombe
dove ci sono mio nonno e mio zio.
Li saluto un attimo e vivo con loro le nostre risate di io bocia e loro adulti sempre indaffarati ma che
mi davano sempre una carezza, una nocciola, una mela o mi insegnavano dove era il nespolo con i
suoi frutti aciduli e buonissimi.
Lì vicino c’è anche Augusto per tutti Gusto che è stato il mio nonno maestro affettuoso e mio rifugio
quando combinavo qualcosa.
Ecco cioè la mia infanzia quando correvo da Gusto inseguito dalle oche che io tormentavo per
gioco e l’abbaiaire del cane Lampo che si indispettiva di tutto quel movimento o si lamentava
perchè voleva giocare con noi.
Da questo posto si possono vedere gli alberi colorati dei meravigliosi colori dell’autunno, si può
sentire il respiro del tempo che sempre ci accompagna nella nostra vita in modo inesorabile ma
sicuro.
Batto sulla spalla di Tilio mio padre distogliendolo dai suoi ricordi e pensieri e guardando con
dolcezza la sua testa bianca mi avvio verso l’uscita.
claudio