Mangiaterra – Primavera 2017
Allora, sabato: Mangiaterra.
La grotta più profonda dei Berici continua a chiamarci. Stavolta è stata una corda da 20 metri, abbandonata a bambolina sui primi due fix di una risalita mai terminata a chiamare giorno dopo giorno e dire: vieni, torna a trovarmi. Sabato eravamo in sei: Ade (unica fagiana) – Gianki – Mirco – Pelliccia – Diego – e Andrea Bot. La Ade, dato che era l’unica donna presente, ha armato l’ingresso, Diego e Bot hanno fatto la parte dei fringuelli perdendosi nel bosco prima dell’ingresso (ma a forza di richiami e di urla li abbiamo reindirizzati). Stavolta, forse grazie alla pioggia di mercoledì, la grotta era più bagnata del solito ma i Soci GGT non si fanno impressionare da queste inezie. Gianki e Diego hanno completato e concluso la risalita del Pozzo da Sei, che chiude dopo c. 10 metri contro un soffitto di faglia: una piastrina Wing e una maillon rapide rimangono a testimonianza .
Andrea e gli altri hanno sceso il Baratro Superbonus e avviato uno scavo sul fondo, chissà dove porterà…Hanno anche vagato per i meandri laterali della parte bassa, alla ricerca di segni apotropaici e indicazioni astrali che sanno solo loro.
Hanno poi risalito la grotta in formazione a stormo di fringuello e Mirco ha provato l’ebbrezza dell’uscita dal pozzone in completa solitaria: giovani speleo crescono.
Nel risalire, a causa di una visione psichedelica del giovane Bot, abbiamo anche intrapreso una risalita un una zona nascosta del fondo del 30: la risalita promette molto bene, ma l’abbiamo interrotta dopo tre ancoraggi perché siamo finiti in una fangaia verticale che non concedeva ai nostri animi la necessaria serenità d’intenti che sempre caratterizza il nostro incedere.
In uscita la Ade ha portato fuori 10 salamandre e due rane, liberandole poi a 2 metri dall’ingresso della grotta per cui adesso saranno di nuovo nel fondo, tuttapposto.
Nota dolente alle auto non avevamo birra per cui ci è toccato arrivare fino al bar in paese per bere (ci siamo arrivati allo stremo delle forze, disidratati come il protagonista di ‘127 ORE’ e con la lingua foderata di polartech tanto per capirci).
Dunque per adesso dal Mangiaterra è tutto, alla prossima, Gianki GGT CAI VI.
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