Metti una uggiosa domenica di dicembre…. che si fa?

Sull’altopiano c’è già la neve e con l’allerta meteo in corso, meglio evitare. Nelle grotte allagate c’è troppa corrente, meglio evitare. A spasso per i colli sarà pieno di fango, meglio evitare. Girare in bicicletta si prenderà una lavata, meglio evitare. 

Per fortuna c’è sempre Maurizio che in questi casi riesce a tirar fuori un asso dalla manica e propone di sciogliere un interrogativo su una possibile grotta dentro una cava. 

Ci offriamo volontari Bot, Enri ed io, poi a sorpresa ci raggiunge anche Romano con suo nipote. 

Ritrovo di domenica 6 dicembre a Monte Berico, con calma tanto dobbiamo andare vicino, caffè al volo e poi via alla volta di S.Gottardo (Colli Berici).

Lasciate le auto, ci inoltriamo in una stradina in mezzo al bosco per raggiungere la prima tappa. La cava dismessa, una delle tante in zona. 

Visto la giornata la scelta è ottima, dato che sta iniziando a piovere facciamo campo base all’interno, sicuramente più comodo e asciutto. 

La cava non è molto grande ed individuiamo subito la cavità da esplorare.

Io:“Maurizio sei sicuro che sia questa? Sembra tanto strettina”.

M: “Si ma prova a lanciare un sasso dentro”

shhhhh uno due tre quattro…. Il sasso rimbalza ma cade. Per un  po’ a turno facciamo gara a chi riesce beccare la direzione giusta. 

Beh ma giochiamo con i sassi o proviamo a passare?

Ci armiamo di mazzetta, scalpello e trapano per la disostruzione.

 

Con l’aiuto dell’olio di gomito della chimica e del know how di Maurizio (che con un unico colpo di mazzetta ben assestato fa cadere uno spuntone fastidioso) bim bim bang finalmente riusciamo ad infilarci nel cunicolo lungo un paio di metri.

Da qui parte effettivamente un pozzo che va giù. E’ stretto ma si passa e mentre Enri si infila l’imbrago io e Bot predisponiamo l’armo. Eccolo che si infila e finalmente inizia a scendere. Lo caliamo noi visto lo spazio angusto. Corda …. corda… corda… Dai che va. 

Effettivamente per un po’ la grotta va, continuerebbe anche ma a meno di non trasformarci in sottilette (come nei cartoni animati), niente, non si passa più.

Maurizio è un po’ deluso, noi un po’ meno: molto ma molto meglio che star sul divano.  

Completiamo l’esplorazione con il rilevo della cavità e la placchettatura ufficiale. 

Dato che è sceso Enri a lui l’onore di decidere il nome. Subito spunta fuori il nome “abisso Pedro” ma è un po’ pomposo quindi decidiamo di concerto di identificare la grotta con un più modesto “pozzetto Pedro”.

Ceto, non è stata un’esplorazione da notizie sul giornale ma è sempre bello passare del tempo insieme a fantasticare su cosa può esserci dentro quel buchetto. Un piccolo risultato lo abbiamo portato a casa e anche questa volta la birra prima del congedo ce la siamo meritati (piccola però)