Il Raduno 2016 Lettomanoppello
L’ Abruzzo traversa lento fra valli e vette e conquista il cuore di chi lo scruta per la prima volta ( Dott. Giuseppe Esposito Sindaco di LettoManoppello)
Penso che il raduno si possa descrivere così. Ma ricominciamo dall’inizio
Partiamo di buon’ora dopo aver salutato mio padre e attraversiamo ben quattro regioni Veneto, Emilia Romagna, Marche e Abruzzo in direzione di LettoManoppello luogo del Raduno Internazionale di Speleologia. Elena e Gianki che provengono dalla Toscana ogni tanto ci chiamano per capire dove siamo, hanno con loro Marco Frati che dopo una brutta caduta in forra finalmente riesce a muoversi arrancando ma resistendo da buon Speleologo.
Sono incuriosito di cosa succederà in questo paesetto arrampicato sulla montagna nei prox quattro giorni, ho bisogno di sentir parlare di esplorazioni di vedere facce di esploratori insomma di mangiare pane e Racconti Speleo, oggi più che mai.
Arriviamo in centro paese e subito devo fare un doppio giro perchè sbaglio un incrocio, devo trovare un posto tranquillo dove parcheggiare per dormire, dove avere vicino uno pseudo bagno per Anna e Elena ci indica che loro si sono già piazzati vicino la Scuola Media, parcheggio e fatta…..dopo 500 km il Tramper è piazzato.
Scendiamo in segreteria e intanto mi guardo attorno, casette basse dignitose, qualcuno esce e saluta e si chiede come saranno questi stranieri?? lo si intuisce dai loro sguardi, dalla frenesia dell’unico vigile urbano piazzato in mezzo ai due SpeleoBar che tenta di dare un senso alla marcia delle auto un pò infastidite, cavoli non sanno cosa li aspetta.
Ci Iscriviamo e Elena ci iscrive pure alla Gita del giorno dopo a visitare i Tholos ( sa xei i Tholos????) doman ti i vedi.
Entriamo allo Speleobar e ci facciamo subito una Pasta con i Pistacchi ( lo SpeleoClubIbleo non si smentisce mai) ma riesco pure a farmi fare una frisella dagli amici Calabresi ( non si nega nulla ad un vecchio esploratore) e così ci riempiamo il fiato di aglio e pomodorini…..adesso siamo al raduno.
Per digerire facciamo un giretto con Anna in mezzo alle microstradine di Letto ed entriamo in un bar ordinando un Orzo.
Ora se entri in un bar in Veneto e ordini un Orzo ti guardano stortissimo ( ma quale Orzo un bianco ( vino) devi bere, no un Orzo) mentre la ragazza Lettese ce lo porta con un larghissimo sorriso.
Il lungo viaggio e la tensione inevitabile di questi eventi ci invitano a metterci a nanna anche perchè il mattino seguente dovremo alzarci di buon’ora.
Mi svegliano le voci dei bambini che vanno a scuola e per non scendere in strada in mutande devo fare qualche acrobazia dentro il furgone ed esco sfoderando uno dei miei rarissimi sorrisi.
Un bimbo mi guarda titubante mentre la mamma mi saluta, mi giro sullo specchietto e mi vedo……sembro uno dei mostri di Halloween e quindi mi lavo ad una fontanella.
Un buonissimo aroma di caffe mi cattura e mi trascina verso il furgone di Gianki e Elena e così siamo riuniti a far colazione.
Marco appollaiato di sopra si chiede dove sia finito il Cavia ( esploratore Triestino) ma tutti lo rassicuriamo che il Cavia se la Cava sempre anche da ubriaco marcio.
Passiamo in Macelleria dove il macellaio che da consumato attore ci descrive la bontà della sua porchetta che finisce in mezzo a buonissime fette di pane casereccio e poi nei nostri zaini attendendo di finire sotto i nostri denti.
Da buoni nordici siamo all’appuntamento alle 9 precise e lì iniziano una serie di imprevisti che ci fanno capire come la organizzazione sia un pò meno organizzata.
Ma voi siete a piedi ci chiede l’organizzatore…certo tu non ci avevi detto che bisognava venire in auto!!!!!! Le guide intanto aspettano nervose e fanno battute infelici ( adesso quasi quasi gli dico che da 45 anni esploro posti impossibili e mi stanno sulle balle chi fa battute infelici ma una vocina mi dice di star buono e sereno). Verremo a sapere dopo che le due Guide hanno speso la giornata per noi gratuitamente.
Giungiamo sul posto accompagnati da due speleo lui abruzzese e lei sicula e Claudia ( la guida Lupa) ci illustra il percorso e ci spiega che siamo sulla Montagna Madre.
Mi isolo per un attimo e mi guardo attorno, i profili delle montagne attirano il mio sguardo, ora dolci ma la in fondo più severi solo che non li conosco…….Quasi mi abbia letto i pensieri Nicola la Guida inizia a sciorinare nomi, ma sul Massicio del Gran Sasso scopre che siamo preparati ( mi verrebbe da dirgli che di montagne ne abbiamo esplorate ma ancora una volta me ne sto zitto per rispetto del suo ruolo e lavoro).
Partiamo e finalmente vediamo questi Tholos ( abitazioni rupestri utilizzate dai contadini transumanti che per recuperare terreno, coperto di migliaia di pietre ebbero come idea geniale di utilizzarle per costruirci dei ripari a volte dei veri e propri villaggi come dalle foto qui sotto.
Il Trekking si svolge su e giù per le colline e le soste, due ragazzini, e la simpatia di Nicola( vedi basta aspettare e conosci meglio le persone) rendono meno faticoso il nostro camminare.
Dopo circa 4 ore siamo alle macchine e pronti per rientrare, salutiamo le guide e i nostri accompagnatori ci portano al parcheggio…In auto si parla della Sicilia terra molto amata ma io giro lo sguardo intorno e infilo i miei occhi nei profondi canaloni, tra le case del parco, nei boschi colorati da un autunno caldissimo.
Con calma e un pò affaticati andiamo alle macchine dove vogliamo riposarci, un camioncino di frutta e verdura attira la nostra attenzione, abbiamo bisogno di liquidi e frutta e ci avviciniamo.
Ecco la chiave di svolta che aspettavo, alcune signore ci salutano e ci invitano a bere un caffè, ci offrono un posto per accamparci sul loro giardino, insomma ci vogliono con loro….adesso è vero raduno, quello dei Casolani a Casola Valsenio quello di Narni dove abbiamo invaso in pieno la città, quello mitico di Urzulei in Sardegna dove i cittadini hanno aperto le loro case a chiunque.
Conosciamo Vanda e tutti i suoi sogni, Maria con la sua pacata cortesia e i suoi buonissimi biscotti ( ma Vanda ce li ha fatti ripieni).
Noi 5 rimaniamo sorpresi e imbarazzati da questa voglia di renderci omaggio e dal loro raccontarsi intuisco la loro voglia di conoscere, di stringere relazioni, di curiosità e quasi che se li conosco un pò forse non sono così strani.
Dopo qualche chiacchera che ferma il tempo, ci congediamo e arranchiamo su per la salita per lo stand Materiali dove incontro Paolo che nonostante un infarto e qualche altro acciacco vedo in ottima forma.
Si parla di esplorazioni, di attrezzi, acquistiamo qualcosa, chiaccheriamo con molti che mi conoscono e poi giù in paese…E SpeleoBar sia sino alla notte.
Domenica mattina veniamo proiettati bruscamente nella realtà di questo territorio quando sentiamo una forte scossa di terremoto, candalporco se il furgone ha tremato così deve essere stata molto forte.
La gente scende in strada molto spaventata, in pigiama occhi grandi impauriti così mi attivo per tranquillizzare chi mi è vicino.
Si sente nell’aria la forte tensione di chi non capisce,alcune ragazzine spettinate e in pigiama dicono quasi in lacrime io in casa non ci torno.
Si fatica a capire quello che non si può controllare,si fatica a capire da dove nasca tutta questa forza, la tv di Maria mostra la paura in diretta, beviamo un caffè e decidiamo di andare a camminare per stemperare la tensione e raccogliere le idee.
Anna va in chiesa e io intanto telefono a mio fratello e alle mie figlie che mi dicono che la terra ha tremato fin lassù al Nord.
Alcune signore sono sinceramente interessate ai nostri capannoni e io le invito a venirci a trovare a a mangiare cose buone con noi.
Un Fabbro vende le sue cose, i suoi campanacci, la sua arte in strada, Andrea invita gli speleo con il campanaccio ( povero vigile che subisce pure questo) Carabinieri e Finanzieri squadrano con circospezione questo popolo invasore variegato cercando forse di capirci attraverso il nostro divertirsi,l’abbigliamento, le acconciature, le belle speleo senza il tacco 12, i nibelunghi, i piccoli, quelli grossi, Nico, Edvino ciondolante ( grande speleo di Trieste) il Cavia ( dove sarà…ma tanto i suoi averi sono custoditi da Giannetti) Marco che ha perso di nuovo il Cavia, Alberto che nonostante le sue sofferenze è qui, Frank e Lucia, le Miss, Quelli di Skio, la SSI, Il Cai, Diversamente Speleo e Alejandra, i Cimbri insomma tutti qui a rendere festoso questo raduno.
Sono sul terrazzo sopra la segreteria e un tramonto memorabile apre le porte della notte.
SpeleoBar per la cena, chiacchere, chiacchere, saluti, baci e allegria a manetta, ora i finanzieri stanchi e rilassati mangiano con noi…si sono speleoarresi pure loro.
Ultima notte a Lettomanoppello, si dorme poco sento il rumore dei miei pensieri e quelli di Anna lenti e sinceri come questa gente ci tengono in dormiveglia è ora di andare.
Siamo piacevolmente travolti dai nostri amici lettesi che con colazione e qualche dolce per il viaggio ci invitano a tornare. Maria, Vanda e Giuliano senza di voi il raduno non sarebbe stato così bello.
Salutiamo i nostri amici che torneranno a Vicenza dopodomani e lentamente partiamo.
Evitiamo di ascoltare la radio per non sentire la schiera di inutili e facinorosi esperti di terremoti e ci facciamo accompagnare da Bob Dylan, Inti Illimani, Battisti, De Gregori, qualche banco di nebbia mentre riattraversiamo quattro regioni e siamo di nuovo a casa.
Grazie Lettesi a presto
Mi piace. Un bel racconto. Spero di trovarne altri che abbiano alla fine, nonostante le incomprensioni iniziali, colto una impressione positiva di questo raduno e territorio. I finanzieri in realtà, sono agenti del corpo forestale dello stato. Quelli descritti vigilano sul territorio del Parco Nazionale della Majella. In realtà ce n’erano anche altri in incognito. Dispersi fra gli stand…ma rigorosamente fuori servizio!! E col bicchiere in mano. La prima sera ci hanno messo pochi minuti per capire cos’è un raduno speleo e resettarsi in modalità raduno alla velocità della luce. Credo che non è così remota la possibilità di vedere una delegazione di locali lettesi al raduno del prossimo anno.
mi scuso per l’errore attribuito al corpo forestale e ai finanzieri….va detto che sono stati molto partecipi e probabilmente si sono sentiti pure accolti…..come ad ogni raduno alla fine nasce la miscela giusta tra residenti e invasori e tutto finisce in fratellanza.
grazie Lettesi