Spiller! Non ti dimentichiamo, i nostri sforzi sono ancora per te…e così domenica mattina ci troviamo a Caltrano in quattro: Io, Click, Sgresenda e Marco Boa del GGS. Col mio pandino verde su per l’altopiano alla faccia dei SUV.

Non abbiamo realmente le idee chiare sul cosa fare…e forse anche sul come, ma non importa 🙂 Io non scendo in grotta da un mese, la pioggia e il lavoro mi hanno impedito di entrare. Il primo pozzo me lo gusto tutto, sentirsi a proprio agio sospesi non ha prezzo… aspetto gli altri compagni di viaggio. Oggi non c’è fretta, la destinazione è sala Caffé. Ci raggruppiamo e via di nuovo. Passiamo l’egiziana…e ci lasciamo lì una bomba d’aria da far paura. Chiàà se quella volta non avessero riempito il buco dove ci avrebbe portato quella strettoia. L’ho sentita un po’ di volte questa storia, anzi è un mantra da ripetersi al passaggio della strettoia.

A Sala Caffé ci si ferma, scendendo vediamo il meandrino da andare a vedere, nel caos dei rilievi dello Spiller c’è chi dice che sia stato esplorato, chi dice di no e chi dice che sia il bypass per Sala Pasa. 😀 Ci dividiamo in due gruppetti, io e Gianluca verso il passaggio che porta all’ottanta e Michela e Marco ad esplorare e rilevare il meandro. Dopo molti anni di onorato lavoro cambiamo la corda del primo salto che porta al pozzone. Dico solo che era lì da taaaanti anni.

Fatto il lavoretto andiamo a vedere l’attacco dell’ottanta, Gianluca non l’ha mai visto e credo che il vuoto sospeso del sasso lanciato nel pozzo per sentire il rumore che fa quando tocca terra l’abbia impressionato.

Al ritorno a sala Caffé ritroviamo Michela e Marco. Pausa. Foto

Ricominciamo a lavorare, tutti a rilevare. Ci infrattiamo nel meandro e arriviamo fino ad una grande saletta, è bella, piena d’acqua. Su una parete è scritto sul fango: Ivo & Enrico 1995. Ne sono passati di anni…

Cominciamo il rilievo partendo dal fondo e tornando verso il punto B dopo aver fatto la poligonale sulla destra e un inversione di marcia fortuita verso l’alto ci accorgiamo che tira freddo, na bava da paura…tronchi e ossa segnano la strada, Marco dice di aver visto anche un’impontra di piedi, secondo mi xe le bire in corpo dea sera prima..

Fantastichiamo un po’, ipotizziamo pure di essere vicini ad un nuovo ingresso del Corchia… buahhahahhhh, no scherzo…dello Spiller. Mettiamo dei segnali di riconoscimento per capire se durante il ritorno li ritroviamo sul nostro cammino.

Finiamo il rilievo e torniamo a sala Caffé, non è tardi ma in quel punto di prima ci siamo raffreddati per bene.

Partiamo per uscire e Zio Bon…davanti all’egiziana ecco comparire l’osso del faraone!!! E’ il segnale, sotto è sopra e sopra è sotto, l’anello è realtà e certe notti pure uno stargate per la Bigonda.

In busa parte la fila per uscire, Gianluca, Michela, MArco e io per ultimo a disarmare il pozzone. E’ inverno ormai. 60 metri di corda stanno bene in magazzino e non al gelo.

Chiudiamo la serata in pizzeria, ci troviamo anche con Simone che invece era stato in manovra con il soccorso.

E poi ai saluti di un’altra bella giornata da non dimenticare.

P.S.: l’aria si infratta lì ed esce di là.

P.S. 2: da sala Caffé l’aria che arriva di là è perché si è infrattata sù.

Bye, bye