E’ quasi un mese il tempo trascorso dall’ultimo viaggio in Toscana, la meta…le viscere delle Apli Apuane partendo dall’ingresso Farolfi. Questa volta eravamo in tre a partire: Io, il Gianki e il Bomba.

Si va sapendo di fare fatica, si va sapendo che non sarà il mare, il sole e la sabbia a coccolare i nostri dolori; ma questo è il nostro destino in questo momento e piace…a me piace tanto.

L’anno scorso sono stato più volte ad esplorare questo incredibile complesso; completamente diverso da ogni tipo di grotta che si può trovare nel Vicentino, ho cominciato a vedere gallerie che sembravano autostrade, rocce dal colore e dalla consistenza differente, modi di essere speleologi completamente differenti, dove, a volte, è lecito scendere per non pensarci troppo. Arrivare al campo base e preparare un brulé, trovare la nicchia o un pezzo di tenda meno umido e dormire fino al mattino.

Questa volta, a dicembre scorso siamo entrati e ci siamo diretti al campo avanzato, quello in curva…un tunnel gigantesco che curva di novanta gradi e ti lascia a bocca aperta ogni volta che lo vedi.

Abbiamo due sacchi giganti a testa…tranne Giancki che ne ha uno, il suo nuovo che è talmente grande da non aver una misura precisa, si parla comunque di mille mila litri di capienza.

Finalmente ricordo bene la strada per arrivare a destinazione e così ho tutto il tempo per guardarmi intorno e capire un po’ di più dove sono.

Mangiamo e poi dormiamo, a notte fonda arriva Marco, Marco e Jhonny (?). Jhonny sta male…deve aver preso freddo…oltre che un po’ di vino dalla Piera.

Ci organizziamo per il giorno dopo, noi lungo i rami alti a risalire, loro a rilevare la nuova congiunzione Farolfi-Fighierà.

Tocca anche a me far qualcosa di utile…,ho un traverso sospeso da fare, una decina di metri forse, prendo confidenza con la roccia…mi incasino con tutto quello che mi serve: trapano, rinvii, p.d.d. (porchi de d…), soprattutto gli ultimi sono i primi ad uscire.

Per fare queste cose non serve forza…serve energia, elasticità. Ci metto tutto il mio tempo…per fortuna il Bomba e Giancki sono super attrezzati per attendere, anzi…il loro passatempo preferito pare sia quello di aspettare le mie innumerevoli “cappelle” per farmele notare…io naturalmente mi inalbero… so di certo però che senza certi consigli non sarei riuscito a finire il lavoro.

In tutto, quel giorno sono stati fatte due risalite e tre quarti + un traverso. Due risalite nel salone Trevisiol non hanno sortito i risultati sperati, l’aria sparisce tra le rocce in qualche altro punto. La risalita a tre quarti invece bisognerà completarla la prossima volta. Promette, chissà che non si riesca a trovare qualcos’altro di veramente importante come un nuovo ingresso o una nuova uscita. Sognare è possibile e basta crederci ancora per trovare quello che cerchiamo.

E’ difficile raccontarvi lo stato d’animo e le emozioni delle giornate trascorse. Sono molti i silenzi tra un discorso e l’altro.

Dopo un’altra notte passata al campo ci si sveglia presto, alle cinque…una vocina suadente ci avverte che:” Sono le cinque! E’ ora di alzarsi!”

Bomba e Gianki mi avranno maledetto per questa alzataccia ma dovevo tornare a Vicenza per pranzo…

Quando usciamo troviamo un paesaggio un po’ diverso da quando siamo entrati, ha nevicato e c’è il sole. E’ freddo ma fa caldo.

Indimenticabile è la stretta in gola che ci dà l’avvicinarsi alla pianura padana…un nebbion da paura che ci fa venir voglia di tornare indietro!

A presto Farolfi!

FIGHIERA’ – FAROLFI