Spiller, ferro e acqua
Domenica 31 luglio siamo stati all’Abisso Spiller, già Abisso di Busa Mas-ciara (e non Muschiara). I presenti erano: Michela, Simone, Gianki, un redivivo Nicola detto Burlanda e, notiziona, Maurizio che non tornava in questa grotta da ben 16 anni.
Al mattino, fatta la strada d’accesso nuova per Campolongo e Casere Verena, il tempo non concede niente di buono anzi concede solo acqua, a catinelle. Ci ripariamo sotto la tettoia di Corrado e qualcuno apre già le prime birre. Ma abbiamo voglia di andare in grotta e oltre alla voglia abbiamo anche uno scopo: c’è Nicola che sta seguendo un progetto dei suoi, sta cercando il ferro! Cioè funziona circa così: intorno ai 1.200/1.500 a.c. in questa zona sembra ci sia stata una grande attività fusoria (da parte dei residenti…)e le tracce delle fusioni si trovano in giro dappertutto sotto forma di forni fusori con grandi residui di ferro fuso e carbonelle varie, da qui fino a tutto l’altopiano di Luserna – Millegrobbe. Anche in grotta il buon Nicola pensa di trovare tracce di queste fusioni sotto forma di tracce di ferro nelle concrezioni del nostro famoso Abisso, cosa peraltro già successa in passato nell’analizzare altre stalagmiti portate fuori per studio e poi finite tra le sapienti mani di qualche professorone che ha cercato , ha studiato , ha dedotto, ha fatto i suoi conti e le sue conclusioni e a noi non ha ancora detto niente!
Però se Nicola stavolta non ci dice più niente abbiamo giurato che dallo Spiller non esce più un solo grammo di roccia, parola.
Insomma con sto progetto in mente non potevamo proprio rinunciare per quattro gocce e dunque via dentro, anche perché miracolosamente il pozzo d’ingresso non piove per niente (adesso).
Abbiamo prelevato ben due stalagmiti, una in fondo al 28 (ha deciso Nicola dove toglierla, un posto difficilissimo, ci abbiamo messo un’ora a scalpellare con gli scalpelli da dentista di Nicola e il pezzo si è staccato male in due pezzi) e un’altra nel meandrino che sta sul soffitto della saletta ‘prima del 28′ (ho deciso io dove toglierla, un posto facilissimo, il pezzo si è staccato benissimo al primo colpo con 5 secondi di lavoro un bel campione lungo lungo). Poi dopo il the siamo andati verso l’uscita, incuriositi da un simpatico rombo che veniva dalle sale sopra la nostra testa: la piena, già scrosciante in Sala Caffè e nel pozzo dopo, all’uscita dalla Fessura intrigava il passaggio basso con un bel rigagnolo d’acqua argentina che ha portato gioia e allegria a tutti i presenti, felici di poter assistere a questo fenomeno particolare. Aveva ricominciato a piovere e la grotta , già gravida di acqua dalle piogge precedenti, si liberava dell’ in-più con delle belle cascate lungo i pozzi.
Ma davanti c’era un super-Maurizio che, come se niente accadesse, si è ficcato su per i colatoi dritto dritto verso l’uscita e noi ovviamente non potevamo essere da meno per cui all’uscita ci siamo stretti in un abbraccio bagnato con uno stralunato Nicola che ha scoperto cosa vuol dire non fare speleologia per tre anni a poi ficcarsi all’Abisso Spiller. Alle macchine abbiamo trovato Giulio ad attenderci con le birre e poi è uscito anche il sole per cui tutto è andato bene. Grazie ai miei compagni di giornata per la bella compagnia e complimenti ancora a Maurizio che ci fa vedere cosa vuol dire tenere duro!
Ciao da Gianki, GGT CAI VI.
Ho anche delle belle foto ma come sempre sto sito non mi consente di caricarle, pazienza.
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