Ieri mattina ci siamo trovati al pam per l’uscita del corso di speleologia. Arriva il pandino di Ivano con i due veronesi e aspettiamo gli altri. da lontano si avvicina un’auto con fatina alla guida e un sacco nero al posto del passeggero. a gesti fatina  mi fa segno che vuole ivano  e quindi lo chiamo, apre la porta, toglie il sacco e figata compare con parrucca bionda e rossetto che spalma sulla faccia di ivano baciandolo.

ci cappottiamo tutti dalle risate ed è pura magia fare uno scherzo a ivano pura magia.02102010645

a villaverla raduniamo anche maceria, singer e sultanina e andiamo in pasticceria. i tempi degli speleo si dilatano ci si gusta la giornata con molta pigrizxia. Io e bruno siamo i più vecchi e stiamo proprio bene con questo gruppo di giovinastri molto bene.

arranchiamo sul costo e siamo quasi in verena ma alla curva del martin dopo il laghetto di roana, Magia un lepre salta sulla strada e corre davanti a noi tranquillo. Bruno rallenta e così lo possiamo ammirare in tutta la sua bellezza. le zampe dietro sono molto lunghe e le orecchie hanno le punte nere ad un certo punto abbandona la strada e punta un sentiero ed in quattro salti si perde nel bosco.

Magico verena mi regala sempre nuove emozioni, ai Quarti ci fermiamo e sempre pigramente ma ognuno con ormai pratica certosina si sistema gli attrezzi nel modo giusto.

metto tutto nello zaino e decido di vestirmi allo Spiller perchè è li che porteremo gli allievi del corso.

Mac con occhiali neri e faccia a punto di domanda chiede a Ivano se è passato in sede a tor su le corde per doppiare gli armi. Ivano non risponde scorla la testa e continua a vestirsi.

Io tiro fuori una corda da venti dalla mia attrezzatura e questa basterà per il primo tratto di corda quindi siamo a posto magia.

Prendo su lo zaino e parto da solo per gustarmi in pace questi luoghi che frequento da tanti anni, Sento solo il rumore degli scarponi che muovono i sassi del sentiero e il vento tra gli abeti.

Ancora qualche uccello canta felice e saluta la splendida giornata che dipinge il cielo di tutte le sfumature dell’azzurro e ancora di verde la piana di asiago, mi fermo un attimo e mi sento in pace è ancora magia.

Raggiungo la piana di Busa Masciara e mi stendo al sole appoggiato allo zaino, l’erba si sta asciugando e un lieve tepore sale dalla terra. il recinto rimesso a posto lo scorso anno resiste ed e proprio un brel lavoro. Mi raggiunge Bruno e insieme caliamo la corda e tiriamo su l’altra.

Eseguo gesti consueti  sicuri e lego attorno all’abete in alto la corda di discesa. decidiamo di lasciare anche l’altra per eventualmente aiutare chi nei primi frazionamenti si trovasse in difficoltà.

Ivano riorganizza l’uscita e decide di mettere un allievo tra due istruttori e così otto speleo scendono in grotta.

con Bruno decidiamo di andare a esplorare una grotta scoperta un mese fa tanto per non allungare i tempi di risalita e di tronare sul pianoro verso le 17.

Sono un pò preoccupato ma mi sono imposto di prendere le cose con calma e di lasciare le soluzioni ad altri, mi rilasso prendo lo zaino e con Bruno mi incammino per tornare in malga alle macchine. Arriviviamo al furgone chiaccherando del più e del meno, dei figli, della vita dei parenti lontani, bruno ha un fratello in finlandia, e metto giù lo zaino.

Adesso dobbiamo andare in esplorazione ma siamo senza corde e invece………magia dal fondo dello zaino conpare una 12 metri  e io ghigno di felicità……….giù al laghetto e su dalla strada del forte ci fermiamo vicino alla Spelonca della neve dove parcheggiamo. zaini in spalla e saliamo il monte per 100 metri dove appare una dolina molto profonda.

in fondo nascosto dagli abeti un piccolo ingresso orizzontale come una porta magica porta ad  un bel pozzo di qualche metro.

la grotta è gia stata vista testimoniano uno spit arrugginito e un fix hilti di vecchia data. li guardo e dico tra me oggi è troppo tranquillo perchè succeda qualcosa e quindi attacco la corda che mi dà bruno con coniglio già pronto.

Scendo e illumino il pozzo che si apre con a fianco anche uno stupendo camino, scendo ho quasi i piedi per terra e la corda piano ma decisa si sfila dal discensore, tocco terra e rido di gusto, pozzo da dodici come la corda, troppa magia. lo dico a bruno e lui ride siamo forti troppo forti. esploriamo con calma, risaliamo il camino arrampicando, aiutandoci da vecchi speleo, guardo ogni buco ma niente niente niente il fondo è ciotoloso  e con molto paltan

Disarmo, usciamo, risalgo la dolina ed è veramente un bel posto molto carsico, con una serie di doline che una sull’altra si  seguono formando una specie di canale, ma sono solo e decido di tornare al furgone, mangiamo gustandoci il tepore del sole, e poi decidiamo di tornare dai nostri amici in spiller. alle 17 e 30 portiamo un pò di legna sulla radura e guardo nello zaino e magia trovo un blocco di fogli da scrivere e un cartoncino.

Riesco a fare un’esca per il fuoco e bruno mi aiuta spezzando dei rametti piccoli, la legna si asciuga e crepita poi le fiamme si animano e il fuoco prende forma.

Bruno come per magia trova un abete fulminato che in breve finisce sul fuoco e poi tronchi vecchi insomma ripuliamo tutto il sottobosco vicino all’abisso.

il fuoco

il fuoco

lo spirito del fuoco.......magico

lo spirito del fuoco.......magico

Dal fondo dell’abisso come per magia alle 18 e 30 risuonano le voci dei nostri compagni, mi vesto e scendo la corda da venti e mi piazzo vicino al secondo frazionamento e piano piano sfilano come per magia in un gioco di luci e suoni prima Singer ( ribattezzato Vesiga), salgo con lui a fianco gli ultimi 15 metri e poi scendo e mi ripiazzo vicino al frazionamento, sale fatina e poi il conte Filippo da Verona ( dal taglio dei capelli) , longe, moschettone maniglia, bravo dai sono gli ultimi metri, risalgo con te. poi torno giù Nadia arriva al frazio provata ma decisa molto decisa, la grinta non manca, le dico di fermarsi un attimo e poi risaliamo insieme, la affido a bruno e fatina e riscendo, arriva sultan…..ina che è uno squalo fa tutto giusto e quindi lo lascio andare risalgo la corda che mi aveva staccato Click la recupero risale anche Mac e siamo tutti fuori quasi alle nove.

La strada del ritorno è magica sotto le stelle e ci fermiamo allla croce caschi spenti per riempirci gli occhi di tutte le stelle che riusciamo a vedere. qualcuno vuole il carro, la stella polare, ecc. riprendiamo il cammino e davanti a me nel buio della notte appare magicamente una mazza di tamburo che raccolgo e poi regalo a Mac con tanto di ricetta per gustarla al meglio.

Al laghetto decidiamo di andare a mangiare la pizza alla mitica pizzeria Las Vegas di Cesuna e così tranne Fatina Figata e Nadia entriamo nel locale e ci sediamo per aspettare di ordinare.

la Padrona del locale ci saluta e ci guarda dicendo —-mamma mia tosi dalle facce voialtri si speologi quanto freddo gavì ciapà ancò in caverna!!!!!! mettive tacà la stua che adesso ve porto subito da bere…………E’ l’ultima grande magia dellla giornata ora mi sento proprio bene ridiamo siamo felici e questo posto anche se stile anni 70 decadenti è proprio magico.
integro con uno scritto di Nadia ( io ero ancora sul pozzo) che mi sembra bello
… magia sono anche le risate attorno a quel fuoco… i riti propiziatori di Ivano… le caldarroste di Bruno… il the caldo… le quatro ciacole sulla via del ritorno con fatina e figata (che coppia!)… e accorgersi di come bastano dei “frazionamenti mentali” per rendere le difficoltà meno aspre…

il resto è rock and roll