Scrivo qui un articolo per conto degli esploratori che si firmano in calce sulle ultime esplorazioni del sistema carsico Pisatela Rana Poscola tre grotte lontane fisicamente qualche metro o qualche centinaio ma unite tra loro da un filo invisibile che  metro dopo metro dipanano gli esploratori.

Da questa esplorazione si deduce come sia difficoltoso anche solo avvicinarsi alle zone esplorative ma  le  esplorazioni come questa della scorsa settimana scrivono pagine di storia.

L’idea esplorativa di 30 anni fa quando si esplorò i rami bassi della Poscola era molto diversa da oggi e lo si sente e lo si vede anche nei filmati

 

ed ecco la relazione dell’ uscita

 

 

 

USCITA ESPLORATIVA alla GROTTA della POSCOLA – (PRIABONA)
L’Intento e di esplorare il sifone terminale, siamo in tre Mauri , Alberto e io . Si decide di
partire con una minima attrezzatura visto il percorso molto stretto e articolato.
Trasportiamo con difficoltà le due bombole un 4 e 7 litri (questo avevo) + 5 KG. di piombi
sacco speleo con il resto della roba. Tempo un ora siamo davanti al punto dove mi immergo,
una pozza poco profonda con l’acqua limpidissima. Bene mi preparo a tuffarmi in questo
mitico e leggendario sifone della Poscola da anni conteso e mai esplorato serialmente.
Mi immergo configurato alla SIDEMOUNT ( bombole sui fianchi) e senza pinne, scendo a una
profondità 1,5m la galleria si presenta come al solito a fessura verticale di forma ovale, sagolo sul
lato sx e a breve percorro 10 m. vedo sul lato dx la via finale un camino aereo, passaggio
da fare senza bombole. Rientro, ma prima di uscire, decido di vedere sul lato dx una grande
bolla d’aria, esco e si apre una sala di discrete dimensioni. Urlo, per farmi sentire dai miei
compagni, mi sentono, la sala è collegata e velocemente trovano la via parzialmente allagata.
La sala è grande e alta e con il fondo un masso piatto. Sui entrambi i lati ci sono diverse
fessure profonde, e decido si provare a immergermi sul lato sx. L’acqua si sporca, ma
velocemente si pulisce, è la via giusta. Mi immergo, la strettoia è po’ ostica, passo e mi trovo a
due metri di profondità, mi giro intorno e vedo sotto di me’ la via, un altra strettoia ancora più
ostica , ma prima di scendere sagolo su un buon ancoraggio. Scendo da qui mi sembra di
essere ai Fontanazzi sulla parte iniziale ma po’ più stretto. Ora sono a – 4 in una salettina
da 1 x 1,5 e vedo una via orizzontale. Decido di togliermi una bombola e provo a passare
ma desisto devo togliermi anche l’altra, sarà per un’ altra volta con una attrezzatura più snella,
ma priva di andare via provo allungarmi come una bissa che striscia, e con la torcia in mano
illumino la via nuova, va giù e continua…!! Rientro facendo free climbing subacqueo nel torbido,
divertente ma tosto. Riassumendo il primo sifone e di 10 metri a -1.5 metro, le gallerie 15 metri +/-
e il secondo sifone ho percorso 10 metri a una profondità di 4 metri.
Ora si deciderà il da farsi se vale la pena di fare un’altra punta esplorativa, visto il costo del
biglietto.
franco
data esplorativa 04/02/2012

Grotta della Poscola Sabato 4 febbraio 2012
Finalmente l’umido più umido che c’è sul mercato al momento, Franco, si è deciso ad esplorare il
sifone dei rami bassi della Poscola. Giusto due anni fà lo avevo accompagnato a vedere il posto,
non ne era rimasto entusiasta, cunicoli strettini per arrivarci, ma adesso, momento favorevole, è
deciso. Il problema è trovare gli sherpa: Laura si eclissa in preda a sintomi influenzali, si sparge la
voce , ma ormai il mercato è saturo, lo sanno tutti che sherpare Franco è da masochisti.
Riesco ad incastrare il buon Albertino da Piove di Sacco,estremamente operativo e ,naturalmente,
ignaro di tutta la storia.
Eccoci, la Poscola ci accoglie con stalattiti di ghiaccio mica male, all’esterno 5 cm di neve,
andiamo.
Portare le bombole all’interno dei tubi modello Frank, si rivela un massacro nei lunghi cunicoli dei
rami bassi, con la muta poi, lasciamo perdere. Mi stupisco della determinazione di Franco, deve
aver sudato, con la muta stagna , l’equivalente del 50% del suo peso corporeo, lo vedo smilzo.
Siamo al sifone, e qui riepiloghiamo le leggende del posto.
Prima leggenda: si dice che Toni Tessaro del GSMalo, mitico dinosauro ipogeo, circa 20 anni fa, in
un momento di magra, sia riuscito a passare quasi in apnea e trovare una sala oltre il sifone, e quindi
un nuovo sifone.
Seconda leggenda : si dice che Cavedon si sia immerso nel nuovo sifone che pare sprofondare nel
blu.
Adesso ci siamo noi ,e vediamo che aria tira. Franco si prepara e si butta, 18 minuti per rientrare
senza concludere niente, abbiamo sempre visto la sua luce balenare sotto il pelo dell’acqua, e
proprio in quel momento si accorge del passaggio ed affiora dove era passato il buon Toni.
Parla e lo sentiamo, entriamo in acqua e vediamo il passaggio, proprio misero ,da mezza apnea, ma
è solo tre metri e siamo dall’altra parte.
Una galleria alta 2 metri per tre di larghezza, semiallagata ci accoglie, allineata nella direzione della
frattura pecedente, 20 metri poi ancora sifone.Franco si rituffa, ingresso fessura tipo buca da lettere
proprio sotto il pelo dell’acqua, vediamo il suo faro sciabolare nell’acqua blu, quasi blu, torbida,
cioccolato e quindi ancora limpida. Si stava dando da fare la sotto, riemerge dopo 15 min, non
riesco a trovare una strada, dice, tutto bloccato da frana, prof max 4,5 metri.
Allora le leggende erano vere, quasi vere, insomma va bene così.
Il rientro è, uso un termine estremamente diplomatico, molto intenso di sensazioni.
Cambiarsi, poi, nella neve, fà molto macho, ma alla mia età fà solo tanto freddo.
Complimenti a Franco, determinatissimo, vuole tornare per rivedere il sifone, e al buon Albertino,
che mi ha perdonato, quasi, lo scherzo.
Da Meda Maurizio