ACQUA NERA – GRANDI NEWS
Franco torna dal pellegrinaggio ciclistico a Santiago di Compostela e quale miglior modo per riprendere il ritmo e rilassarsi un po’ dopo 800 km di bici ? Esplorazione all’Acqua Nera in Val d’Astico.
La sorgente fu visitata dal nostro instancabile Da Meda negli anni ’80 ? ed eseguita l’immersione nella saletta iniziale (5mx3m), la diede per impraticabile e finita lì, andò anche Dal Molin e qualcun altro dando lo stesso verdetto. Due anni fa il nostro umido Franco insiste per forzare lo stretto passaggio da cui proviene l’acqua. Era veramente stretto, pieno di massi incastrati, anche io la davo per un’impresa ardua. Immersione dopo immersione siam riusciti a spostare i macigni, un po’ di lavoro di mazzetta e finalmente Franco passa, senza casco, in muta umida (acqua a 8 gradi) e con bombole in mano.
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Oltre la strettoia si trova in una mini salettina (2mx1m), semisommersa, con una cascatella che ti rinfresca la crapa ed una frana di ammiccanti pietrone, ammonticchiate in un grumo instabile, che solo a guardarlo ti vien la pelle d’oca, ma tra di esse si intuisce una prosecuzione. Anche da dove scende la simpatica cascatella si intravede uno strettissimo mandrino, ma bisognerebbe insegnare la speleosub ad un ardito bimbo.
L’Acqua Nera ha mollato un po’ i suoi segreti, non molto, ma Franco, forte della nuova scoperta, porta suo fratello Andro, non combinano nulla ed escono in piena ipotermia.
Sabato 12 giugno 2010 ci ritroviamo in tre al bar del Gorgo Santo e velocemente raggiungiamo la sorgente (alimentava l’acquedotto austroungarico nel 1915 e poi una mini centrale idroelettrica privata).
Si immerge Franco, in compagnia di una dolce sirena che ha fatto il grave errore di farsi appassionare da questa stramba disciplina. Lei doveva visitare la saletta iniziare e lasciare poi il posto a me per tentare di passare la strettoia. Quando esce, con un sorriso da orecchio ad orecchio, mi dice “ Franco è riuscito a spostare una pietra dalla frana”, stupito le chiedo come fa a saperlo “beh…. l’ho seguito ed oltre la strettoia abbiamo valutato bene la frana…” ed io “ma non dovevi stare nella saletta?” “beh… si… ma pensavo fosse di là…ma…beh…hem….”, “ok ok esci che vado io, se sei passata tu ci passo anch’io”.
Mi immergo con una muta stagna fina fina, arrivo alla strettoia, la valuto un attimo e mi ci infilo col casco in una mano e le bombole nell’altra, Franco ha fatto un bel lavoro, ci si passa appena, ma sguscio di là, dove emergo nella salettina 2×1, esco con la testa dal sifone, ma l’allegra cascatella continua ad inumidirmi la crapa. Dobbiamo parlare forte per capirci, Franco ha spostato la pietra più alta della frana, dopo attenta valutazione si infila e risalendo un po’ passa di là dove trova una galleria alta circa 5 m e larga 1,5, con un ruscelletto sul fondo che poi si insinua tra le pietre e scende nella saletta alimentando il sifone.
Inizia nuovamente il lavoro di mazzetta e olio di gomito, Franco sposta un po’ di sassi, fa largo, mazzetta, ma c’è sempre questo macigno, sarà un quintale ed è in bilico, io sono sotto, mi rintano più che posso sotto la cascatella, ma con la mano lo tengo sempre puntato. Franco prova a tiralo su, ma appena lo smuove l’animale scivola in giù e blocca il passaggio…..sig….sig….sig… guardo Franco da un pertugio, ha una strana espressione, non so se sia preoccupazione, paura o stupore, mi sembra anche più pallido, io devo avere la stessa faccia……con la mano lo saluto e per sdrammatizzare gli faccio segno che io esco e che lui…….boh…
Ripresa la calma eseguiamo vani tentativi per smuovere l’ostacolo, non si muove, lui da sopra non ha spazio per far una buona presa, io da sotto spingendo, non lo sposto di un millimetro. Decido di uscire e rivista la luce del sole dico alla nostra amica di darmi la sua cintura di zavorra senza pesi, raggiungo nuovamente l’Umido e imbrachiamo la bestia, …uno …due…tre… e vvvai si muove un po’ e si sposta di una spanna. No, non è stabile, ma mi infilo e sbuco di là con la testa, a questo punto riesco ad abbracciarlo e tirare su con le gambe, Franco tira dalla cintura e finalmente eliminiamo il tappo e puliamo il passaggio che ora è agevole. Ripreso fiato percorriamo questa galleria per otto metri fino ad un nuovo sifone di acqua limpidissima, infilo la testa e vedo che prosegue.
L’Umido esce a chiamare la trepidante amica che si sta godendo il tepore esterno, lei indossa una vile muta umida, mi raggiungono e Franco si immerge nel nuovo sifone che è un mandrino H 70 cm, L 1 metro, tira così circa 25 m di filo e rientra. La curiosità è troppo grande e vado pure io a dare un’occhiata, esso va dritto per circa 25 metri, con il primo tratto parzialmente aereo, poi si raggiunge una zona di crollo dove si sprofonda un po’, ma continua , continua e continua. Anche la sirena si immerge e lo percorre per un breve tratto.
Non abbiamo l’attrezzatura giusta per fare di più ed il freddo inizia a sentirsi, così usciamo e facciamo già progetti per proseguire l’esplorazione, fare il rilievo, il filmato..ecc. ecc.
Era ora, dopo anni di fatiche e tentativi la tenacia di Franco ha dato i suoi frutti, non ha mai mollato e alla fine ha dovuto mollare l’Acqua Nera, forse è la nuova speleosub che porta fortuna, di sicuro è brava ed ha i numeri per andare avanti.
boa
HOIIIIIII,IO SONO PRONTO HO IL AVVOLGISAGOLA NUOVO IN FIBRA DI CARBONIO DA BATTEZZARE CON 150 METRI FILO METRATO NUOVO.
SICURAMENTE CON TUTTA STA’ PIOGGIA SARA’ ANCHE DA DISSOSTRUIRE DI NUOVO. PERO’ MERITA QUESTO SFORZO PER LE GRANDI SODDISFAZIONI CHE QUESTA SORGENTE CI HA DATO FINO A D’ORA , E HO IL PRESENTIMENTO CHE CE NE SARANNO MOLTE ALTRE.
RINGRAZIO IL BOA PER LA FIDUCIA E LA SUA PAZIENZA CHE HA A STARMI DIETRO ALLE MIE SENSAZIONI.
UN RINGRAZIAMENTO ANCHE ALLA SIRENA CAVERNICOLA (UNA NUOVA RAZZA SCOPERTA DA POCO) MOLTO BRAVA E CORAGGIOSA.
frank sei un mito e con te sono un mito laura e il boa quindi fai questo cazzo di corso e fiondati in tutti i sifoni ai piedi delle nostre montagne.
tenacia costanza e mai stufi proprio speleo proprio bravi proprio bello
napo