Tutti sapete che abbiamo trovato una nuova Voragine sui Berici ma non tutti sanno o verranno a vederla e quindi voglio raccontarvi com’è

Nel precedente articolo vi avevo descritto la prima sbirciatina che io e Mario avevamo dato per capire cosa ci fosse sotto a questo crollo di terra che i VVF di Lonigo mi avevano segnalato ancora a Novembre ma nessuno e dico nessuno si sarebbe aspettato di trovare una grotta così articolata e sviluppata.

Intanto vi dico che è la PIU’ FONDA DEI MONTI BERICI  e questo è già un record anche perchè capita proprio quest’anno che si festeggiano gli 80 anni del nostro gruppo e cosa di meglio potevamo sperare se non di avere un abisso vicino a casa, che ci riempie di orgoglio e voglia di esplorarlo, fotografarlo e ci sta pian piano portando verso le scogliere oligoceniche di Mossano e quindi verso la risorgenza dei Mulini di Mossano, una delle poche rimaste sui nostri colli.

La grotta si apre a circa 360 metri slm sulla parte più alta dei Berici con una potenzialità notevole e si sviluppa prevalentemente in verticale.

Il primo pozzo d’accesso che inizialmente avevamo valutato 15mt domenica scorsa lo abbiamo misurato con il disto laser ed è profondo 18mt che con l’aggiunta della voragine esterna  arriva a 20/22mt, alla base del pozzetto parte una frattura che immette in un ambiente di discrete dimensioni abitato da piccole rane e diverse salamandre e si articola con alcuni camini che però puntano alla superficie; forzando un piccolo meandro molto fangoso siamo riusciti ad accedere e scendere un grandioso pozzo di 30/35mt, un fusoide levigatissimo, che alla base si presenta con una pianta molto grande ingombra di clasti di crollo e qui si incontrano le prime intrusioni basaltiche, anche di notevoli dimensioni, per la presenza in passato di alcuni nec vulcanici molto noti a geologi e paleontologi. Il pozzo si può percorrere interamente in senso circolare girando attorno ad una enorme colonna  di pietra bianca dei berici e dalla cui sommità ci sono diversi arrivi d’acqua che alla base hanno scavato dei colatoi di discrete dimensioni e proprio uno di questi ci ha permesso di accedere al meandro che si approfondisce sotto ai crolli della base.

La progressione continua fra bassi passaggi e importanti depositi fangosi fino ad una secca curva in discesa che non ci permetteva un agevole passaggio senza disostruire ma la fortuna ha voluto che mentre attendevamo che gli amici rimasti indietro ci portassero mazza e scalpello ho provato a sollevarmi di un metro per togliermi da fango appiccicoso che mi stava inumidendo e ho scorto un comodo passaggio che si inalza per un paio di metri e immette in un ambiente aereo più grande e agevole e che si sviluppa a monte con un alto camino non ancora ispezzionato e a valle si butta in un approfondimento di alcuni metri che abbiamo sceso in libera per poi attrezzare una corda di risalita per il ritorno. L’ambiente cambia improvvisamente e sembra quasi di essere in Rana, alla base di questo saltino si diramano diversi meandri, alcuni anche molto alti e con interessanti possibilià esplorative ma una bassa condotta ha catturato la nostra curiosità e fra piccoli ristagni d’acqua con fauna cavernicola spettacolare ( Nifargus e Monolistra ) si trasforma in una potente condotta freatica, scavata a bomba dall’acqua, che qui sembra scorrere in notevole quantità durante le piogge.

La percorriamo col cuore al cardiopalma sicuri di aver trovato una prosecuzione coi fiocchi e ad un certo punto comincio a sentire acqua che cade e penso che non posso crederci, siamo sui berici non sui lessini o in altopiano! Cosa ci fa una grotta così sui Monti Berici!

L’acqua si tuffa in un approfondimento molto interessante, largo una decina di metri e profondo otto ma non abbiamo corda e quindi interrompiamo l’esplorazione e pensiamo già a domenica prossima quando saremo di nuovo li e nessuno ci impedirà di lasciare la nostra impronta per primi in questo nuovo mondo che ha visto la luce solo da pochi minuti.

E eccoci a domenica.

Entriamo e ci fiondiamo subito verso la fine della condotta e  stavolta non ci manca nulla, trapano, corda e tanta voglia, siamo Mirko, Mario ed Enrico che qui viene per la prima volta e anche lui è stupefatto da tanto speleosplendore.

Armiamo e mentre io scendo a dare un occhiatina gli altri sistemano l’armo. Alla base ci sono dei blocchi di basalto grandi come una cinquecento e un deposito di sedimenti di almeno un metro che grazie all’acqua che cade è stato esposto all’ erosione e quindi sono emersi tutti i vari livelli, chissà quanti millenni avrà? Mi abbasso e…….. urrààààààààààà continuaaaaaaaaa mi tuffo letteralmente nella condottina che riparte alla base del pozzo e dopo alcuni metri trovo un altro salto di 4/5mt che riesco a scendere in libera aggirandolo tipo scala a chiucciola tenendomi su fango e detriti e ancora avanti, la grotta continua ancora e ancora………..

Sperare che sia sembre così è un illusione infatti dopo alcuni metri un inesorabile trettoia mi blocca il passaggio e quindi mi giro a guardare cos’altro c’è e vedo che tra i detridi si vede un buco nero e comincio a scavare.

Prima di fermarmi avrò spostato con le mani almeno un metro cubo di roba ma adesso riesco a passare e non ci posso credere al di là un baratro enorme si spalanca ai miei occhi e all’improvviso mi viene un brivido di scaga e stricio indietro di un metro, sarà vero? Butto un sasso e prima di iniziare a rotolare vola per 3/4 secondi, le urla rimbombano 2/3 volte e le pareti opposte sono ad almeno 6/7mt.

O è un pozzone o siamo sbucati alla sommità di una grande sala.

Sgattaiolo subito su gridando la nuova scoperta agli altri  e subito penso che non vogliano credermi, alla fine scendono anche loro e gli lascio la soddisfazione di affacciarsi per primi così l’effetto wow è più forte.

Enrico non ci crede e vorrebbe uscire a prendere una 60 per scendere ma non è il caso, Mario non ci crede nemmeno lui, insomma non crediamo ai nostri occhi. Facciamo una pausa e poi arriva anche Claudio che però rimane sulla condotta in alto, gli raccontiamo tutto e con calma riprendiamo la via dell’esterno soddisfatti per aver vissuto un’ avventura che non mi capitata dei tempi delle esplorazioni in Spiller.

Adesso manca il rilievo e un po di foto fatte bene, stimiamo di essere tra i -120 e -140 con uno sviluppo di diverse centinaia di metri e la fantasia galoppa.

Se leggendo vi è venuta voglia vi aspettiamo per godere tutti insieme questa emozionante avventura e vi allaccio una clip di foto che ho raccolto in questi giorni.

Ci auguriamo che anche le prossime domenica ci sia una così calorosa partecipazione dei soci visto che eravamo: Claudio, Bruno, Nadia, Andrea, Gianluca, Daniel, Mirko, Mario, Enrico

http://www.youtube.com/results?search_query=MANGIATERRA&oq=MANGIATERRA&aq=f&aqi=&aql=&gs_sm=3&gs_upl=9407l12219l0l12578l11l9l0l0l0l0l0l0ll0l0

mirko