risalire per continuare
E’ da un mese e più ormai che tutta la mia attenzione è concentrata in una grotta dell’Altopiano. Descriverla brevemente è difficile perché più che essere un abisso è un complesso, anzi un ingorgo di acqua e fango. Non sono bastate quattro uscite per trovare quello che cerco, poco male è la mia prima complessa operazione di risalita. Se non si fosse ancora capito sto parlando del Giacominerloch, una leggenda. Non posso continuare senza raccontare qualcosa sulla sua storia e per farlo ho bisogno di un’amica che non conosco realmente ma che l’ha fatto meglio di me…
Tratto dal blog di Lady Ghost:
“La leggenda, raccolta da Zanocco (1979), (fonte: Enrico Gleria, Club speleologico Proteo, Vicenza, Regione veneto) parla di un giovane boscaiolo, di nome Josele, che si trovava a passeggiare nel bosco alla ricerca dell’albero giusto da tagliare.
Mentre camminava, fu catturato da una splendida voce di una donna, che cantava una bellissima canzone. La voce proveniva da una profonda cavità situata lì a poca distanza. Josele si avvicinò alla voragine per meglio ascoltare quel canto…La ragazza, dal regno dei laghi sotterranei, chiedeva di rivedere l’Altopiano.
Subito Josele aiutò la ragazza a riemergere dalla cavità, e non appena la vide, se ne innamorò perdutamente. La fanciulla di chiamava Giacomina.
Tutti i giorni lui si recava alla voragine, si sedeva sui bordi e ascoltava la sua amata che cantava di un mondo sotterraneo meraviglioso e della sua nostalgia per l’Altopiano.
Un giorno, Josele decise che a ogni costo avrebbe sposato la fanciulla con la voce più bella che lui avesse mai sentito. Salutò i genitori, avvisandoli che al suo ritorno avrebbe condotto con sè la sua sposa, e si avviò per i boschi. Giunto davanti alla cavità, si calò nella voragine, raggiungendo un regno fantastico di laghi e fiumi, alimentati da cascate, con uccelli variopinti e animali delle specie sconosciute…tra tutta quella meraviglia, alla fine Josele ritrovò la sua Giacomina.
Lei subito lo condusse in un luogo al riparo dagli assalti degli elfi, che non amavano gli intrusi, e qui gli raccontò di essere la figlia di Hèberle, il più abile boscaiolo dell’Altopiano, rapita dagli elfi offesi per l’abbattimento della foresta di Cesuna. Gli elfi avevano poi predetto che Giacomina sarebbe divenuta un’anguana.
Josele e Giacomina, felici, si presero per mano e si incamminarono fuori dalla voragine per far ritorno a casa, dove li avrebbero attesi i genitori di Josele, ansiosi di conoscere la promessa sposa del figlio. Ma fecero solo pochi passi e si fermarono, sconcertati.
Sulla bocca della voragine trovarono una lapide consunta dal tempo che portava incise queste parole:
In superficie erano infatti trascorsi centinaia di anni, mentre all’interno della voragine il tempo era praticamente fermo.
Nel Buso di Giacomino si dice che venissero gettati i cadaveri di coloro che non potevano essere sepolti in terra consacrata, perchè suicidi, scomunicati o perchè in lotta con la Chiesa.
Di notte le bare venivano portate, in processione, vicino al Buso. Venivano quandi lasciate proprio sull’orlo della voragine e dopo un po’ un folto gruppo di corvi risalivano dalla voragine e, a colpi di becco, facevano cadere le bare in profondità del Giacominerloch.
Una notte, un uomo che trascinava una bara vicino alla voragine, per scherzo gridò ai corvi di sbrigarsi a portar giù il pesante fardello. Per tutta risposta, dal buso salì una torma di corvi che lo attaccarono, beccandogli gli occhi, e tentando di accecarlo. L’uomo si salvò solo perchè chi era con lui respinse l’attacco dei volatili con i bastoni.Una storia ben più recente dice anche che, nel corso della prima guerra mondiale, dal momento che non era possibile seppellire i numerosi morti provocati dai bombardamenti, si siano gettate moltissime salme nel Buso di Giacomino per scongiurare il pericolo di epidemie.”
grazie della citazione……sei grande presidente io e Beppe ( Nassi) eravamo giovani, eravamo istigati da Maurizio Da Meda ( come non ricordare il Piccolo Giacominerloch) e tanti altri ma sicuramente voi nuova generazione avete una marcia in più ……..e qualche anno di meno perciò buona esplorazione nei meandri fangosi…………
domenica prossima vegno anca mi.
Bene e bravi, ma la prossima volta … occhio anche alle lesioni delle corde, oltre che ai dolci richiami delle fagiane degli abissi! Gianki.
Bravi tosi…se tenete duro e continuate a crederci verrete premiati! A suo tempo è successo anche a me quindi sono convintissimo che presto sentirò nuovi racconti di nuovi mondi al Giako.
presidente poeta e scrittore
complimenti per la grinta e la tenacia
perchè non tenete da parte un po di voglia anche per il mangiaterra che dorme sornione da 4 mesi e aspetta dei baldi speleo per nuove esplorazioni?
mirko
Zio Billy Mirko hai ragione, ma anche questo sabato è venuta giù acqua a secchiate… per il Mangiaterra non sarebbe meglio aspettare un periodo secco? Quella grotta è un bagno di fango quando c’è siccità, sono convinto che entrarci domenica questa sarebbe stata… una esperienza intestinale.
Appena torna più secco però bisogna che ci rimettiamo mano.