Carso 2020 – Tra treni e stalattiti.
Tutto è iniziato con un messaggio di Pelliccia nel gruppo whatsapp del GGT con una proposta molto interessante: un weekend in compagnia in Carso e visita ad un paio di grotte molto interessanti e nuove per la maggior parte del gruppo. I protagonisti che hanno aderito a quest’avventura sono stati: Pelliccia (Andrea), Ade (Adelida), la Squanfida (Michela), Contessa (Angela), Simone, Scarlet (Giada), Fabio (non ha ancora un soprannome), Albertino ed Elena, un’unione di vari gruppi (Vicenza, Schio, Bassano del Grappa) che ha dato vita ad un esperienza unica e straordinaria.
Le due notti le abbiamo passate al Campeggio Agrituristico Carso, un bel campeggio immerso nel verde tipico dell’altipiano carsico, se non fosse per un piccolissimo dettaglio: una quantità infinita di auto e i treni che per tutta la notte ci hanno fatto da ninnananna molto alternativa.
Sabato 8, dopo la sveglia di buon’ora e la tradizionale tappa pre grotta al bar a base di cappuccio e delle buonissime brioche, incontriamo Enrico che ci ha gentilmente concesso le chiavi della strepitosa Grotta Claudio Skilan e dato qualche utile consiglio per affrontarla al meglio. Come nota finale dell’incontro, giusto per tranquillizzare i due neo speleo (Giada e Fabio), che già tranquilli non erano, è stato il suo commento: “Se alle otto non ho vostre notizie scendiamo con il soccorso a prendervi”.
Arrivati all’imbocco del pozzetto di accesso, siamo stati bloccati da alcuni turisti di passaggio sorpresi della nostra presenza e curiosi di cosa ci fosse la sotto.
Già dalla prima discesa notiamo subito qualcosa di diverso rispetto alle nostre grotte che ci ha lasciato letteralmente senza fiato. Le bellissime concrezioni, le discese su scalette di ferro e le gigantesche sale hanno fatto parte del lavoro, ma anche il basso livello di ossigeno, dovuto al ristagno di CO2 tra i fanghi della grotta ha fatto il resto.
Durante l’avvicinamento al pozzo principale abbiamo notato numerose concrezioni, mai viste prima in termini di quantità e grandezza, ma in particolare è stato molto suggestivo passare all’interno della trincea scavata interamente nel fango.
Arrivati al mitico P140, non avere degli impianti così luminosi da riuscire a vedere il fondo forse non è stata una così brutta cosa. Le luci infatti si disperdevano ben prima di illuminare il fondo, ma permettendoci comunque di ammirare altre numerose concrezioni.
La scheda d’armo prevedeva due calate parallele visto il grande numero di partecipanti e i relativi lunghi tempi di discesa e risalita, ma anche per poter supportare, in caso di problemi, i meno esperti.
Armata la prima parte del pozzo da Simone e Albertino, si avviano a partire Michela e Fabio. Dopo alcuni metri di discesa però, nel mezzo della calata, un urlo da fondo pozzo di Simone dice di tenere la corda arancione per i più esperti, e per i novellini la bianca che è tutta appoggiata alla parete. Ormai, però, la Miki era comodamente appesa nella calata appoggiata alla parete mentre Fabio era già appeso a penzoloni nel vuoto nella corda arancione, ignaro dei vari pendoli nel vuoto che lo aspettavano.
Una volta scesi tutti abbiamo proseguito verso il Galleria Brena con vari sali e scendi dove il fango tentava di bloccarci al suolo o farci scivolare a terra. Seguendo omini e segnali lasciati dal gruppo “Ottobre 89” siamo rimasti estasiati dalle varie stalattiti, colonne, vele e ampi saloni che abbiamo incontrato, che difficilmente abbiamo visto dalle nostre parti.
Assecondiamo la passione della nostra fotografa Michela (foto in scalette e di gruppo sotto l’unico stillicidio di tutta la grotta) e recuperiamo un po’ di energie per tornare indietro e affrontare nuovamente il pozzone, ma subito l’aria inizia a mancare e tutti abbiamo almeno un po’ di fiatone.
Finalmente dopo tanta fatica arriviamo al pozzone iniziale e si parte cercando di salire risparmiando il più possibile ossigeno.
Le donne non resistono, oppure resistono troppo, sta di fatto che parlano per tutta la salita, anche se fossero arrivate allo svenimento avrebbero potuto continuare a parlare!
Fatta! Tutti fuori, alcuni con più botte sulle ginocchia, altri con la tuta e il sottotuta strappati (anche se erano rotti ancor prima di entrare). L’importante è avere a portata di mano delle fresche birre dissetanti.
Una volta cambiati, ma pur sempre puzzosi, ci avviamo a cenare. Il tentativo di varcare il confine sloveno, per raggiungere il posto consigliato da Albertino, va a monte per la mancanza di una carta d’identità (la Contessa essendo nobile non ha bisogno di essere riconosciuta perché è già persona degna di nota, ma i controllori della dogana si sono mostrati inflessibili nei confronti della nostra regale donzella). Ripieghiamo su di un altro ristorante che si rivela molto buono e ci riempiamo la pancia di gnocchi al gulash e cevapcici con tanta birra per reidratarci a dovere.
Torniamo al campeggio dove tra stelle cadenti e cicchetti si finisce una splendida giornata chiacchierando in allegra compagnia.
Domenica 9 il programma era di defaticamento e relax, sbaracchiamo tutto il “campeggio speleo” (due parole ma un emozione grande per una novellina come Scarlet) e ci avviciniamo alla grotta.
Dopo l’immancabile lusso della colazione al bar, ci si cambia in bella vista sulla strada e tutti super vestiti ci facciamo, con una trentina di gradi, una non graditissima sauna durante il breve avvicinamento all’ingresso della Grotta Tom. Decisamente meglio, dunque, tuffarsi al fresco in grotta.
Visto che Fabio la grotta precedente era stato sin troppo bravo, si accinge alla sua prima esperienza con anche un sacco a seguito.
Il percorso è breve ed un po’ scivoloso, ma in fondo alla grotta si apre una magnifica sala ricca di stalattiti eccentriche, colonne, vaschette e molte altre concrezioni estremamente varie e belle.
Qui facciamo una bella sosta lunga, esploriamo tutti i vari angoli, stupendoci ogni volta di ciò che troviamo.
Poi Michela e Simone danno il via al set fotografico: luci, ambient e attori ci sono.
La grotta viene illuminata a giorno e partono le pettinate di luce, il trattenere il fiato per stare più immobili possibili e tante, tante prove prima di avere lo scatto perfetto. Si cambiano molte posizioni ed inquadrature, passando da serie osservazioni dell’ambiente a momenti di degenerazione con una stalagmite che rende insignificante Rocco Siffredi ed esibisce tutte le doti nascoste del nostro Pelliccia.
È giunto il momento di risalire, avanziamo sulla corda stando ben attenti a come mettiamo i piedi nella parete scivolosa. Una sosta per attendere gli altri ed Albertino illustra ad Ade alcuni nodi che sono fantastici da sciogliere e tattici per tirare i traversi senza dover mettersi a regolare nuovamente il nodi.
Usciti tutti ci avviamo velocemente alle macchine per liberarci di dosso gli abiti da speleo per indossare le vesti di vacanzieri pronti per una tappa birra e mare prima di rientrare.
Purtroppo il mare è giù da una bella scarpinata e la Contessa e Pelliccia ci salutano perché devono rientrare.
Noi procediamo incauti con le infradito nello sterrato pendente, ma la nostra natura speleo ci fa arrivare incolumi alla spiaggia, dove diamo il meglio delle nostre abilità accampandoci sugli scogli e saltellando con leggiadria da una roccia all’altra nonostante le calzature non del tutto conformi.
Dopo una fresca nuotata in mare, una buona birra non può certo mancare. Veniamo inoltre piacevolmente intrattenuti dal piatto del giorno: “Letture di tarocchi allo scoglio”, gentilmente offerti dalla Miki.
Salutiamo Albertino ed Elena che rimangono in spiaggia e ci accingiamo all’ultima fatica, risalire la scalinata sterrata. Nemmeno il P140 dello Skilan ci ha fatto consumare così tante energie.
Raggiungiamo le macchine ed ora è il momento dei saluti, la fatica più grande, la realizzazione che i bei giorni da passare assieme sono finiti. La nostalgia inizia già, ma sappiamo che avremo altri ritrovi, altre grotte ed altri stupendi momenti da passare assieme ed in compagnia di nuovi speleo da conoscere.
Con questa gioia, nostalgia e soddisfazione vi ringraziamo tutti.
Giada e Fabio
E ora una carellata di foto!
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