Un paio di giorni fa ci inoltriamo Anna, Argo e il sottoscritto sul sentiero verso i Castelloni di S. Marco alla ricerca di una grottina con delle incisioni sulla parete di ingresso e lì vi giungiamo dopo una buona ora di su e giù per i dolci declivi di Campo Casara.

Argo ci precede come sempre e annusa i vari odori lasciati da chi sa solo lui ma spesso ci aspetta lungo il sentiero, ha caldo anche lui in questa estate anomala dova anche a 1800 fa caldo come a Vicenza.

Arrivati sul posto fotografo le incisioni e ahimè anche una placchetta in acciaio inox ( in Veneto abbiamo le grotte griffate) , e nel fotografare ne scopro altre di incisioni .

Me ne vado amareggiato e così per farmela passare decido con Anna di scegliere un sentiero alternativo che taglia da nord a sud e che ci porterà verso l’auto lo stesso.

Scendiamo lungo un vallone e un tavolato di campi solcati scoperti attira la mia attenzione, Argo cammina a Fatica seguito da Anna che tra mirtilli e ribes si carica di vitamine per affrontare l’inverno.

Un rumore assordante, un rombo di un motore in stallo, un concentrato di energia pura lanciato in alto verso il cielo insomma un Gallo cedrone si alza sopra la mia testa e atterra chissà dove più lontano nel bosco.

Mi fermo a cercare qualche anfratto tra i mughi e intanto Anna va avanti con Argo e ora tocca a lei, di nuovo rombo di tuono e il Gallo Cedrone di nuovo se ne va da qualche altra parte dove non lo disturbiamo.

Ripresasi dallo spavento, vi assicuro che è proprio spaventevole, si guarda attorno e sotto un roccione vede un piccolo pertugio, mi chiama e così la raggiungo.

E’ un apertura piccola ma che sembra dare adito a un ambiente, sarà il solito buco che chiude, tolgo un pò di terra qualche sasso e Anna mi richiama e dice…….. vieni qua che qui è più largo.

Si apre contro una paretina un bel pozzo che sprofonda con una ampia fessura che scende per 20 o 30 metri insomma sembra un bel buco.

Non si può scendere in libera perchè è tutto bagnato e non ho un cordino per una sicura psicologica e quindi lo marchio con il gps  ( metodo alternativo alle placchette) , sono contento e decido con Anna che tornerò al più presto.

Scolliniamo e scendiamo verso un abbeveratoio fatto con un tronco e troviamo anche una sedia pieghevole che pensiamo sia di un cacciatore e così altro segno della civiltà dei consumi vorremmo portarla via per lasciare questo luogo intatto ma alla fine andiamo via.

Quindi mando vari sms e mail ai miei soci e alla fine ieri con Bruno e Nadia ci incamminiamo lungo il sentiero carichi di materiali e buone speranze verso questo nuovo buco già batezzato Gallo Cedrone.

lungo il sentiero ci supera un Suzuki che troviamo più avanti parcheggiato e meraviglia…………………..è un fotografo propietario della sedia pieghevole.

Quattro chiacchere con lui che si sta preparando a fare la posta ai volatili ( conosce i nostri Amici speleo del Settecomuni Corradin, quello che fa le strisce, e anche suo fratello è andato un poco in grotta),  ci congediamo e poi affrontiamo l’ultima rampa  prima della grotta.

Senza fatica grazie anche al GPS troviamo l’ingresso, e mentre io predispongo l’attacco Bruno e Nadia si cambiano e lasciamo che Nadia scenda per prima per godersi l’emozione della scoperta.

Scende e dice solo INTERESSANTEEEEEEEEEEEEEEEE continua……… allora si inabissa Bruno e poi io ognuno con il suo sacco e ognuno con la sua curiosità a mille.

Si atterra su un ripiano dove a sinistra parte un meandro e da dove in lontananza arriva la voce di Nadia che dice Pozzoooooooo.

Mi intrufolo e mi siedo sull’rlo di un piccolo pozzetto di 5 o 6 metri che va avanti sia verso sinistra che verso destra, quindi libero dai sassi e metto due fix poi si scende.

A sinistra il meandro risale verso la superfice mentre a destra  scende una ventina di metri per poi restringersi e da questa parte esce un’aria gelida da paura, bello finalmente una grotta che merita, mi metto in strettoia e con le mani, martello e levarino apro un passaggio Nadia dimensionato ( forse ci passo anch’io) ma mi ritiro e lascio a lei l’emozione della pietra gelata.

Si intrufola, si spinge in avanti spinta dalle incitazione dei due vecchi orsi e si ferma contro un macigno che le impedisce la vista quindi lo lavora per una buona mezz’ora e poi lo fa cadere giù nel meandro.

Intanto Bruno per togliersi dalla corrente d’aria e fare qualcosa torna sui suoi passi e va alla base del pozzetto d’ingresso non senza aver coniato la frase del giorno ( me sposto perchè l’aria de fessura porta alla sepoltura) .

sentiamo un movimento sinistro di massi rotolanti che preoccupa non poco Nadia perchè sembra cadano sopra di noi e quando dopo pochi minuti  Bruno torna decidiamo di tornare a disostruire con mezzi più convincenti.

Bruno dice che si è aperto un buco sotto il pozzo e che si può scendere ma la corda non basta, così mentre lui assiste Nadia io risalgo e vado a vedere il da farsi.

Mi calo con la corda che tocca quasi terra e quindi decido anche di sciogliere il nodo e di far sfilare il discensore dalla corda atterro mi giro e davanti a me si apre una galleria alta 20 metri e larga 5 che va avanti…………………………. sono senza fiato.

guardo la corda e vedo che si può scendere e risalire in sicurezza, e prendo a camminare con lentezza per gustarmi tutta la scoperta.

Grazie Anna proprio una bella Grotta, scendo lungo la galleria e arrivo in una saletta che continua con un meandro dove con un pò di fortuna riesco a infilare un sasso che scende in basso, molto in basso………………..che bello e che fortuna una grotta che va finalmente.

dal passaggio stretto ostruito da un masso quintalato, esce una forte corrente d’aria gelida e rimango lì a congelarmi beatamente.

Scendono anche i due  baldi speleo e sento le grida di meraviglia per la scoperta, siamo entusiasti, felici, insomma ecco a voi Gallo Cedrone nuovo futuro Abisso dell’altopiano.

Risaliamo e prendiamo gli zaini per tornare alla macchina, ma da bravi speleo scegliamo di non percorrere i sentieri ma di perderci in mezzo ai boschi di Malga Fossetta.

Memorizziamo con il gps alcuni buchi da rivedere, ex GGS, di cui uno molto promettente, dopo disostruzione, e raggiunto il furgone scendiamo a valle.

Tappa a Malga Mandrielle per il latte per Bruno e poi verso la pianura felici contenti sognanti insomma giornata indimenticabile………………..