Ecco l’articolo scritto di proprio pugno da Nereo detto Detrito

Insomma siamo tornati al Gallo Cedrone. Alle otto da Schiavotto eravamo in cinque: Nadia e il Detrito, Bruno, Anna e Claudio. Alle otto… facciamo alle otto e un quarto, ecco. Andrea piccolo lo incontriamo a Malga Fossetta. Così siamo in sei. La giornata promette: la volta precedente chi c’era ha visto più grotta che corde.

Dopo che Nadia aveva controllato di persona che la prima strettoia era troppo stretta, qualche speleologo di buon cuore aveva pensato bene di offrire in sacrificio al dio della grotta numerosi manzi ben nutriti. Il dio della grotta evidentemente ha gradito il sacrificio, perché oggi la strettoia si passa in scioltezza.
Insomma pure per me ci sarà qualcosa da vedere.

La grotta lo sapete ormai come è fatta. Uno cammina nel bosco, si orienta a stento, grufola tra le frasche di abete e a un certo punto c’è una frattura aperta sul fianco di una valletta. Non gli daresti molte speranze. Ti cali in un primo pozzetto – saranno 10 metri, cammini altri dieci o quindici lungo il fondo della frattura (piove accidenti) e arrivi alla strettoia. Quella dei manzi sacrificati, per intenderci. Qui si sguscia e striscia fino a uno sperone sospeso su un pozzo. Più grande del pozzo di ingresso. E adesso la grotta non sembra più solo una frattura. Scendiamo. Sul fondo si sta comodamente in sei. Da adesso è tutto nuovo. Sento un rumore di trapano, stanno armando il prossimo pozzo.
Mi guardo intorno le pareti sono pulitissime, c’è acqua. La roccia è calcare, la Formazione di Rotzo nel Gruppo dei Calcari Grigi per essere precisi. Capito tutto? No? Beh tenete a mente i Calcari Grigi perché poi c’è una storia da raccontare su questo. Ci sono concrezioni, ma non sono attive. Dove scorre l’acqua, le concrezioni si stanno carsificando. Quando si formarono, il clima in grotta doveva essere diverso. Chissà quanto vecchie sono.

Il prossimo pozzo è armato. E indovina un po’? Ci si arriva per una strettoia. Nella quale comincio subito a incastrarmi. Gira e rigira passo, grazie a Bruno che se la ride ma intanto mi da la dritta giusta. Arrivo all’armo. Mi appendo. Mi calo. Per 50 centimetri, e poi mi incastro. D’oh.
Insomma facciamola breve: questo altro pozzo è enorme. Diciamo, 10X15. Appena si comincia a scendere, il pozzo intercetta un meandro fossile, lo si vede continuare sia da un lato che dall’altro. Bisognerebbe fare un traverso, sarà per un’altra volta. Il soffitto è crollato lungo uno strato, e il pavimento, 25 metri sotto, è appunto lo strato che è crollato. Solo che una volta scesi ci accorgiamo che si passa sotto da più punti, e il pozzo continua. Il materiale crollato dalla volta si è incastrato a metà pozzo, e ha formato un terrazzo sospeso!!! C’è un fondo 10-15 metri sotto di noi… ma la ferraglia è finita. Anch’io sono un po’ finito a dirla tutta.

Dai passaggi di fianco al terrazzo sospeso si vede il fondo del pozzo. Ma sarà il fondo? In realtà, il pavimento è sfondato in almeno due punti, ed è chiaro che la grotta continua e non poco. Con le pile non si riesce a illuminare tutto, al centro del buco resta tutto nero. I sassi rimbalzano lontano… noi non possiamo andare più avanti di così, ma il prossimo che torna è meglio che si prepari molta corda. Facciamo due conti rapidi, noi siamo a ca. -60 o -70, ma vediamo almeno fino a -100.

Insomma, una figata! Siamo seduti sul terrazzo sospeso a goderci il pozzo quando Claudio prende in mano un sasso. È un sasso rosa. Mi chiede che roba è. Non lo so, almeno sul momento. Però ne cerco altri. Ce ne sono un bel po’: sono ciottoli di calcare e selce, rosa o rossi, che formano un conglomerato. Questo conglomerato è poi coperto da una concrezione, e poi il tutto si è rotto crollando dalla volta del pozzo. Ci ho pensato, provengono dal Rosso Ammonitico o dalla Scaglia Rossa. Che ci fanno qui? Queste rocce sono più giovani dei Calcari Grigi, di solito si troverebbero sopra ma intorno a Malga Fossetta sono state completamente erose. Evidentemente, questi ciottoli sono caduti in grotta prima che il Rosso Ammonitico e la Scaglia venissero erose, chissà quanto tempo fa. Forse stiamo parlando di milioni di anni. Questa grotta è qui da parecchio. L’ingresso, quella fratturina da niente, forse si è aperto da poco (geologicamente parlando), ma in realtà è la porta verso un complesso carsico antichissimo, formatosi, forse, prima delle glaciazioni. Per questa ragione la grotta cambia di aspetto in modo così drastico dopo la prima strettoia: si passa dalla frattura, aperta piuttosto di recente, alla grotta antica, formatasi chissà quando…

Mi porto fuori un sasso. Questa roba è troppo succosa!!! Chissà che non si possa sapere l’età di questo campione… salgo per ultimo e disarmo: non siamo sicuri che domani qualcuno venga davvero, e non vogliamo lasciare le corde nuove dentro tutto l’inverno. Alla testa del primo pozzo ormai sono stanco, alla testa del secondo, finito; una volta fuori, sono quasi andato del tutto, vedo tutto nero. Ehm… no aspetta, io ci vedo bene, non ho la vista offuscata. È che è proprio notte! Siamo rimasti dentro 7 ore. La stellata è fantastica. Fa un freddo becco.

Adesso tocca a Claudio. Nel bosco di notte non sappiamo dove andare. Ma Claudio, come Pollicino, ha seminato nastri giallo-neri lungo la strada, appesi ai rami. Pian piano ce li ritrova tutti e ci riporta alle macchine. Ed è qui che, stanco morto e tutto rotto e nella fretta di liberarmi dei pesi e della tuta, appoggio il prezioso sasso per terra, e ovviamente me lo dimentico. Chissà come mai mi chiamano Detrito! Il sasso è ancora lì. Se per caso passate da Malga Fossetta, fateci caso: ha dei ciotolini rosa e sembra appena uscito da una grotta. Forse a voi non dice molto ma secondo me qualcosa vuol dire: vuol dire che là sotto c’è un buco che per formarsi ha avuto un sacco di tempo. E quindi potrebbe essere molto largo e molto profondo. Ripeto: se tornate al Gallo Cedrone, preparatevi molta corda. Se siete fortunati, non vi basterà.


E se siete davvero tanto fortunati, al Gallo Cedrone ci andate in compagnia di amici speciali. A me è capitato, e anche se la grotta si fosse fermata subito, sarebbe stata una gran giornata.
Invece la grotta continua, eccome.E così è stata una gran giornata, e col bonus.
Il Detrito