Sul Mongioie

Poco tempo fa c’è stata la festa per i 50 anni della Capanna Saracco Volante in Marguareis.

E allora mi è tornato in mente quando ci siamo andati, sono andato a rivedermi le diapositive, mi dicono che era il 2001. I personaggi erano Maceria, il prode Marietto, Rocco Selvaggio e Gianki. Io non avevo ancora fatto il corso di speleologia e facevo finta di saper andare in grotta, Mario e Mac erano già più esperti. Ricordo che avevo telefonato a Ube per informazioni, che mi aveva detto ‘andate pure, andate..’. Per vostra informazione internet era ancora cosa per pochi per cui: niente relazioni, niente rilievo, niente informazioni, tutta avventura. Una carta dei sentieri e poche certezze, più che altro ci interessava sapere se si poteva dormire in Capanna, dove io ero passato un paio di anni prima facendo il trekking del Marguareis/Mongioie.
Ricordo una lenta ed inesorabile attraversata della Padana con il Veicolo Teutonico (chi se lo ricorda?), ricordo un piatto di fettuccine al pesto prima di arrivare (o era al ritorno?), ricordo che Rocco la chiamava SPIAGGIA BELLA e non c’è stato modo di fargli cambiare idea: per lui la grotta si chiamava così. Alla sera in Capanna abbiamo usato la sigaretta che ci aveva dato il malgaro (mitico)e Rocco ha urlato alle pareti tutta la sera perché in Conca della Carsene ci sono sette/otto echi che si rincorrono…. CHE STORIE! Rocco diceva sempre:’CHE STORIE!’
Della grotta ricordo l’ingresso maestoso, i saloni iniziali immensi, il torrente che ci saltava dentro. Abbiamo avuto due fortune : i riflettori da guard rail messi in cima ai saloni che ci hanno consentito di essere guidati all’uscita (sennò eravamo ancora li) e il fatto che in quei mesi stavano attrezzando un bivacco in Sala Paris Cotè D’Azur e avevano segnato qua e là i passaggi da seguire con del nastro. Ricordo il Passaggio Nascosto, che mi dicono adesso non c’è più dopo l’incidente di Igor. Ricordo l’arrivo emozionante ai Piedi Umidi, prima il fragore e poi la scoperta della galleria maestosa, il torrente in mezzo, l’a-valle e l’a-monte a chiamare il curioso esploratore. Lungo i piedi umidi abbiamo incontrato una Guida Speleologica francese con due clienti, chissà chi era. Noi siamo andati a valle, avanti fino alle tirolesi, eravamo senza attrezzi e per la prima e unica volta in vita mia ho fatto della tirolesi a braccia sopra un torrente mugghiante, non lo rifarò e se penso alle corde e agli ancoraggi è meglio lasciar stare.
La Sala Paris Cote D’Azur è arrivata come un sogno, non ci pareva vero di esserci arrivati noi 4 improvvisati viaggiatori ipogei, c’erano i materiali per il bivacco, noi ci siamo fatti la solita minestra e probabilmente Maceria anche uno/due caffè con la moka e magari un paio di uova sode tanto per gradire.
Oggi mi piacerebbe rivedere le facce che avevamo allora, quattro scapestrati novellini che si affacciavano al mondo ipogeo senza paura e senza alcuna richiesta se non quella di vedere e stupirsi, ignari di tutto quanto sarebbe arrivato dopo. Ancora oggi mi chiedo come abbiamo fatto a non perderci ma forse è una domanda stupida, forse semplicemente perderci non potevamo proprio, non era contemplato.
Sono contento di avere fatto una speleologia degli inizi così libera e spensierata, pensandoci adesso quei giorni hanno l’odore del carburo, del the fatto nel pentolino della minestra e della Teutonica del Mac (indimenticabile).
Ringrazio di cuore i miei compagni di allora Mac Mario e Rocco per aver voluto condividere con me queste avventure.
Gianki, Gruppo Grotte Trevisiol CAI Vicenza

Mac in Capanna

Mac in Capanna

Mario e Mac in Capanna

Mario e Mac in Capanna

Conca Carsene e Capanna

Conca Carsene e Capanna

Passo Mastrelle

Passo Mastrelle

Sul Mongioie