Sabato 17 Novembre 2012

 

Ore 8.00 ritrovo, come sempre a Caltrano. Siamo io (Figata), Pierga e Miguel. La destinazione è l’abisso Però Prometteva Bene, precisamente nel nuovo ramo dei pugliesi in cui bisogna scendere un pozzo.

Entriamo in grotta alle 10.30 e alle 11.30 siamo in zona esplorativa a circa 350 m di profondità. Abbiamo con noi solamente 2 sacche d’armo e quindi armiamo a spit come ai vecchi tempi :-)…La corda la troviamo giù. Miguel inizia ad armare il primo pozzo (profondo cica 15 e largo 7-8 metri), mentre io e Pierga tentiamo una risalita e troviamo un bypass (spero si scriva così) delle nostre amiche strettoie che bisogna affrontare per arrivare in zona esplorativa. Miguel in 4 e quattrotto scende il pozzo e subito dopo si sente ” pozzoooooo!!! “. Scendiamo tutti leghiamo la corda su un sasso di crollo, frazionamento su un nasone e giù verso il secondo largo uguale e profondo circa 10 m. E giù ancora per 10 m lungo il terzo pozzo, meandro di 15 m, strettoia, saltino di 2 m, meandro di 3 m e poi… Pozzooooooo can dal porcooooo!!! Usiamo lo stumento molto amato dagli speleo per stimare la profondità del baratro, il profondimetro e presumiamo che sia fondo una trentina di metri. Per mancanza di corde giriamo i tacchi, o meglio gli scarponi e andiamo verso l’uscita accompagnati dal dolce canto dell’acqua e da un venticello che te spetena.

Alle 16.00 siamo fuori e ci ammacchiniamo verso la pianura per andare a far festa e attendiamo l’indomani per continuare l’esplorazione.

 

Domenica 18 Novembre 2012

 

Ritrovo solito posto e solita ora e alle 10. 30 entriamo in grotta, ma ci accorgiamo che Miguel non c’è più, anzi l’ha sostituito la Michela (o semplicemente click). Alle 12 circa siamo davanti al baratro lasciato il giorno prima, però stavolta armati di trapano, sacca d’armo, una corda da sessanta e un po’ di spezzoni tagliati nei fine corda dei pozzi precedenti.

Michela inizia ad armare, mentre io e Pierga prendiamo i freschi per l’aria che tira e chiacchieriamo del più e del meno. Ma a un certo punto, mentre la Michela stava trapanando ci accorgiamo che la polvere prodotta dal trapano viene verso di noi spinta dal vento. Presupponiamo quindi che sia proprio una Figataaaa!!!

Scendiamo il pozzo di circa 40 m di profodità e 10 m di langhezza diviso a metà da un terrazzino e confermiamo che l’acqua del pozzo proviene dall’attivo che si abbandona sopra. Sul fondo cambio di testimone; comincio io ad armare un altro pozzo da 20 m largo uguale al precedente 🙂 sempre con un terrazzino circa a metà. La corda ci basta per un pelo, meandro di 2 metri e poi nuovo cambio; stavolta ad armare tocca a Pierga che con un armo un po’ (anzi molto) esplorativo scende il nuovo pozzo profondo 7 m e largo 15 circa. Poi meandro e anche stavolta dobbiamo fermarci davanti a un salto da 5 m sempre per la solita storia, ” manca cordeee“.

Alle 19.00 siamo fuori e via verso Monte Di Malo per riprendere la festa lasciata dalla sera prima.

Ciao

Figata