Giornata splendida per infilarsi in grotta, penso, mentre guardo il cielo blu e mi mangio un panino davanti all’ingresso. Il viaggio sottoterra si prospetta intenso e freddo.

Abbiamo deciso di fare due squadre: i punteros (cioè Ade, Miguel e Bot) se ne vanno sul fondo a scavare per tentare di sfondare la frana e passare oltre, i rilevados (Pelliccia e io), tentano di rilevare il congiungimento della parte nuova della grotta con il rilievo fatto da Mao, armati di tanta pazienza, DistoX e un buon piumino.

Entriamo a mezzogiorno spaccato, come da pronostico.

Pelliccia ed io arriviamo velocemente nei pressi del P.12, quello che inizialmente si pensava chiudesse e invece, in seguito ad una risalita, ha spalancato nuovi mondi “alti”. Iniziamo da qui.

Tutto pronto: batterie a posto, DistoX a posto … ma il palmare ci chiede la password per connettersi e trasferire i dati dal DistoX. Per farvela breve, dopo un quarto d’ora di passwords invocate agli dei e intelligenti tentativi tipo 1234 e 0000 che non danno frutto, troviamo l’inghippo: basta solo togliere la spunta di richiesta di autorizzazione della password. Geniale!!!

Sospiro di sollievo e partiamo, con le mani già praticamente congelate. In poco meno di due ore rileviamo tutto e arriviamo in zona esplorativa.

Pelliccia trova anche il tempo di disarmare la risalita fatta da Albertino nella saletta adiacente alla Sala della Morte (chiamata così perché il pericolo di frana è ben visibile, forte e chiaro), mentre io cerco sassi interessanti. Concludiamo il rilievo nella Sala della Lavatrice e diamo una mano a spostare sassi, armare la discesa e preparare l’esplorazione.

I momenti sono concitati: Bot filma a più non posso tutta la scena, Miguel scava come una ciupinara impazzita, Ade usa tutta la sua forza per parancare i sassi e pianta il suo primo fix continuando a ripetere che la grotta va, che continua, che finalmente ci si può infilare verso l’ignoto.

Si apre un pozzetto (stimato 5 m circa) e poi un meandro che passa giusto sotto la Sala della Lavatrice. Da qui si continua a scendere verso il basso, ma solo di un paio di metri, perché il cammino è bloccato da un diaframma di roccia che sarà necessario togliere di mezzo per passare.

I sassi rotolano giù ma non ci danno la soddisfazione di percepire un pozzo galattico… insomma, la grotta chiede di essere svelata un passo alla volta.

A quel punto i rilevados girano i tacchi (e sono ormai le 17 passate), mentre gli altri provano ad accanirsi sul diaframma di roccia. Abbiamo in mente di completare anche il meandro Nadia nei pressi dell’ingresso e collegare la grotta alla dolina fuori, visto che presenta due interessanti sfondamenti.

Il Meandro Nadia richiede molte nuove passwords agli dei, dato che è stretto e fastidioso, ma fortunatamente anche molto corto. Sotto l’ingresso ci ricongiungiamo agli altri, che non hanno novità.

Rileviamo anche l’esterno grotta fino alla dolina e alla fine arriviamo alla macchina che gli altri sono già cambiati, mangiati e molto spettinati. Sono le 8 passate.

Osservo che la Sala della Lavatrice e la Sala del Tè sono proprio sotto la dolina, come pronosticava Pelliccia, solo che ci sono giusto 50 m di roccia in mezzo.

Che ne dite noleggiamo una ruspa?