KRUBERA VORONJA 2010 !!!!
Abbiamo avuto il piacere di ospitare venerdì scorso presso la sede GGT, in occasione della prima serata del Corso, nientepopodimeno che Fernando Sampò fresco fresco da 37 giorni passati alla ricerca del Grande Vuoto nella grotta più profonda del mondo.
E gli abbiamo fatto l’intervista!
Come è andata, Fernando?
– Sono partito dall’Italia, con passaporto argentino, per l’Abkazia, questa piccola nuova repubblica che si è staccata dalla georgia e che è ancora in guerra, sono arrivato a Sochi. La prima cosa che mi ha impressionato sono stati i due immensi mucchi di sacchi di materiali che dovevamo trasferire con due camion alla grotta. La nostra era la spedizione del Cavex team di Denis Provalov.L’Abkazia ha 180.000 abitanti, il gruppo montuoso è il Caucaso, nel massiccio dell’Arabika c’è il Voronja-Krubera. Il paesaggio è pazzesco, ci sono buchi dappertutto, e tutti inesplorati (e buttano aria!), abbiamo fatto due giorni per creste di montagne bellissime. Poi l’allestimento del campo base, la grotta era già armata, pensa è tutta armata a spit, sono 1300 spit piantati a mano! Molti sono piantati mezzi fuori, così come viene, insomma! In tutta la grotta ci sono da fare 5 sifoni, per la via del fondo ce n’è da fare uno a -1500. Io sono stato due volte a q1400 e una a -2080, con Marco Ba da Brescia. C’erano tre italiani (i fratelli Antonini e Marco Ba) e io che mi conto ovviamente come argentino!-
Come è andata con il sifone di – 1500?
-Ci avevo pensato a lungo e poi è andata esattamente come me lo ero prefissato, come me lo ero immaginato. Dicono che il sifone è 8 metri, forse è un pelino + corto, in pianta è dritto (per fortuna) e ci si immerge tenendo una corda guida, la famosa vecchia bombolina non si usa più perchè è scarica. L’acqua ovviamente è marrone. al ritorno mi sono mezzo incastrato la gamba con il filo del telefono ma tenendo la gamba stesa e camminando sul fondo con l’altra sono arrivato all fine.. però avevo anche il coltello, eh!!
Come erano organizzate le punte? -Lo scopo di tutta la spedizione era mettere lo speleosub di punta in condizione di affrontare il sifone terminale, noi tutti abbiamo lavorato per questo. Entravano 17-20 speleo per punta, sempre capitanati da Provalov, con almeno 2 sacchi a testa ( ma anche vedere circolare gente con tre sacchi era normale).
La punta al sifone non è andata benissimo: prima causa botte prese nel trasporto si è rotta la cartuccia di calce sodata del rebreather e abbiamo dovuto chiamare fuori per sostituirla, poi il puintero si è ammalato in grotta con febbre a 40°, poi si è immerso tre volte senza però raggiungere il suo limite. Ha incontrato dei pesci, cosa stranissima visto che il mar Morto (cioè la probabile sorgente) dista circa 15 km!!
La grotta è molto inquinata, le lunghe permanenze hanno lasciato dentro di tutto ma sopratutto rifiuti organici di ogni tipo. Sarebbe da ripulire tutto, anzi ad un certo punto sono anche entrati da fuori con un pompa di disinfettante a passare tutto perchè le influenze intestinali non si contavano. E a parte gli spit piantati da schifo anche le corde dopo un pò, con tutta la gente che passava, erano marce da far paura. Ad esempio in risalita dal fondo, dopo il campo a 1400 sapevamo già che fuori pioveva da giorni e i livelli dell’acqua erano già saliti, Denis mi ha invitato a fermarmi al campo di – 700. Un pò a malincuore lo ho ascoltato ed è stato un bene, perchè 40 minuti dopo essere entrato nella tenda del campo da sopra è arrivata una piena pazzesca, sbatteva la tenda ed è durata tutta la notte. Poi il giorno dopo quando siamo risaliti le corde erano letteralmente … a pezzi. E’ proprio vero che le corde tengono oltre ogni immaginazione!!
Mi sono avviato all’uscita, e sotto il pozzo di ingresso (io venivo da -2080!), ho lasciato spazio per scendere a Denis Provalov, che mi guarda e mi invita a SCENDERE, a seguirlo per il campo a – 700. Subito ho pensato ad un incidente, ad un problema,e mi sono girato per seguirlo.. poi ho pensato che forse non servivo, forse non ci capivamo bene allora gli ho spiegato da dove venivo e lui… mi ha lasciato risalire!! Mi è andata bene!!-
INSOMMA GRAZIE FERNANDO DEI TUOI RACCONTI, BUONE GROTTE E BUONE AVVENTURE ANCHE SE ORMAI DA NOI I BUCHI TI SEMBRERANNO TUTTI..BUCHETTI E LE GROTTE DELLE SCAMPAGNATE !!! CIAOO DAL GGT!!
Bravo Gianki, è stata una bella iniziativa quella di intervistare Fernando e di “divulgare” la sua esperienza.
E’ stato affascinante ascoltarlo dal vivo, ammirare il suo entusismo, la sua semplicità e simpatia.
Sapere che il sifone a meno 1500 è stato fatto in apnea, senza saperlo prima, fa capire di che stoffa è fatto chi scende fino a là. Certo sono pochi metri, ma di sicuro ci vuole una volontà ferrea e un coraggio non indifferente affrontare questo grande rischio. Che sia Pazzia ?!?
Mi ha impressionato sapere quel che ha detto Provalov a chi entrava in Krubera e cioè che in caso di incidente erano loro stessi “il soccorso” e in caso di incidente oltre il sifone di – 1500…sei da solo………….
boa
Complimenti ragazzi!
Sia per l’iniziativa dell’intervista, sia a Fernando che immagino dovrà ancora riprensersi… Soprattutto i chili persi…!! E’ stato emozionante leggere queste righe…
Bravi!
Laura